Sindaco di Milano dal 2011 al 2016, e da pochi mesi europarlamentare per il Partito Democratico, in quota Campo Progressista, Giuliano Pisapia ha duramente criticato Jair Bolsonaro, omofobo ed estremista Presidente del Brasile dal 1º gennaio 2019.
Nel Brasile di Jair Bolsonaro brucia l’Amazzonia, i gay vengono ammazzati e la società civile silenziata. Solo durante la campagna elettorale che ha portato Jair Bolsonaro alla presidenza oltre 420 persone appartenenti alla comunità LGBTI sono state barbaramente uccise.
Con queste parole Pisapia ha annunciato di aver presentato, insieme ai colleghi dell’inter-gruppo sui Diritti LGBTI, le candidature di Marielle Franco e Jean Wyllys al Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Un premio che è un riconoscimento del Parlamento Europeo per le personalità che si sono distinte nella promozione dei diritti umani, ponendo i riflettori su “situazioni di rischio per attivisti di ogni parte del Mondo con la speranza che l’interesse pubblico generato possa aiutarli a trovare pace da soprusi e violenza”.
Marielle Franco, consigliera comunale a Rio de Janeiro ed esponente del Partido Socialismo e Liberdade (PSOL) dichiaratamente bisessuale, da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani e della comunità LGBTI, è stata assassinata con inaudita freddezza e determinazione la sera del 14 marzo 2018 dopo aver ripetutamente denunciato la brutalità delle esecuzioni extragiudiziali della polizia brasiliana. Le indagini hanno portato due agenti di polizia, vicini al Presidente, all’incriminazione. Jean Wyllys, intellettuale, è un attivista per i Diritti gay, tra i primi deputati apertamente gay del Parlamento brasiliano anche lui tra le fila del PSOL. Alla rielezione per il terzo mandato, a causa delle minacce rivolte a lui e alla sua famiglia, ha dovuto rinunciare al seggio parlamentare e abbandonare il Paese per salvaguardare l’incolumità sua e dei suoi cari.
“Vogliamo mandare un chiaro segnale al Governo autoritario di Bolsonaro“, ha concluso Pisapia. “I diritti umani sono la stella polare che guida ogni politica dell’Unione Europea, le relazioni estere in particolare. Deve essere chiaro che per continuare a collaborare con l’UE, il Brasile non può eludere un confronto franco sui diritti umani. Mi riferisco in particolare all’accordo commerciale recentemente concluso fra Bruxelles e la maggioranza dei Paesi dell’America latina. I commerci non sono fini a sé stessi e non possono prescindere dal rispetto di alcune condizioni fondamentali“.
Tutto questo con il Pride di Rio de Janeiro andato in scena domenica che ha visto scendere in strada migliaia e migliaia di persone, anche sotto la pioggia, con Jair Bolsonaro e il sindaco di Rio, il pastore evangelico Marcelo Crivella, al centro dei principali slogan di protesta.
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