“L’amore è cieco ed io sono pazzo di te”. FALSO.
Ancora oggi ascoltiamo canzoni che descrivono l’amore come una follia, una droga, un veleno, un fuoco, un fulmine a ciel sereno o una freccia di Cupido. Questa convinzione confonde l’amore con il desidero, l’amore con l’innamoramento. È vero che il primo nasce dal secondo. Difatti, quando ci infatuiamo di qualcuno, il cervello produce una piacevole sostanza chiamata feniletilamina. Il rilascio di questo neurotrasmettitore spiega tutti i cambi fisiologici che sperimentiamo quando ci prendiamo una cotta: accelerazione dei battiti cardiaci, arrossamento del volto, forte appetito sessuale e bisogno di prossimità. Questo accade perché la feniletilamina serve a garantire la continuità della specie attraverso l’accoppiamento. Tuttavia, questo periodo di alterazione fisiologica è destinato a sparire entro pochi mesi. A livello biologico non siamo quindi programmati per restare eternamente innamorati. Non conoscere questo fatto vuol dire credere che bisogna essere sempre innamorati del proprio partner per poterlo amare davvero. Tale convinzione è pericolosa e insensata, in quanto è come voler vivere tutta la vita sotto le alterazioni di una sostanza stupefacente.
Curiosamente, una caratteristica chiave della nostra contemporaneità è proprio il desiderio, che è governato dalla nostra struttura celebrale primitiva e animale. Il cervello rettiliano e il sistema limbico, infatti, sono guidati dall’edonismo: perseguire il piacere ed evitare il dolore. Il problema è che, per definizione, il desiderio sfuma una volta raggiunto. Come conseguenza, siamo portati a consumare nuovi oggetti del nostro desiderio ogni volta, in un mare di opzioni infinite. Lo spirito narcisistico di desiderare ed essere desiderati costantemente, ci porta, tuttavia, in un vicolo cieco. Questa perenne voglia di infatuazione dettata dalla novità finisce così per essere una caccia competitiva, insoddisfacente e senza fine. Le relazioni poliamorose, molto diffuse attualmente, sono quindi l’effetto, e non la causa, del mito dell’amore romantico nella sua esasperazione.
In realtà, è proprio quando il fuoco si estingue e le farfalle nello stomaco scompaiono che l’amore può iniziare. È quando tutto si spegne che possiamo vedere l’altro per com’è davvero e decidere se camminare insieme. L’amore non è una forza che ci entra da fuori e ci pervade, facendoci perdere completamente la sinderesi. L’amore vero parte da noi, dall’area più evoluta e razionale del nostro cervello. Perché è una scelta, non è nulla di obbligatorio o indispensabile. Avere un partner non è una necessità biologica o psicologica, bensì una decisione attiva, volontaria e matura. Per questo l’amore è libertà. Perché la libertà esiste quando possiamo scegliere. E pur potendo stare senza di lui, scegliamo di stare con lui.
CITAZIONE DA RICORDARE: “Vogliamo essere amati. In mancanza di ciò, ammirati. In mancanza di ciò, temuti. In mancanza di ciò, odiati e disprezzati. Vogliamo suscitare negli altri qualche sorta di emozione. L’anima trema davanti al vuoto e ha bisogno di un contatto a ogni costo” (Hjalmar Soderberg)