Firenze era la metà libertina del Rinascimento. Dalla strada Chiasso del Buco – considerato un vero e proprio quartiere gay – al tripudio di artisti queer, tra Pico Della Mirandola a Leonardo Da Vinci, in tutto il resto d’Europa “fiorentini” diventò presto sinonimo di “sodomiti”. In un primo momento l’omosessualità a Firenze (o come veniva rinominata, “vizio italiano”) era talmente frequente che le altre città temevano potesse diventare contagioso nel resto d’Italia: a Genova non venivano assunti insegnanti fiorentini perché potevano “influenzare” i più giovani mentre da Siena i fedeli di San Bernardino e Girolamo Savonarola, erano soliti sputare sul pavimento di Santa Croce.
Dal 1432, le pratiche dei fiorentini arrivarono fino alla chiesa che pressò l’autorità pubblica di frenare il più possibile ogni “tendenza perversa”, tanto che iniziarono a serpeggiare per le strade i cosiddetti Ufficiali di Notte, sei cittadini eletti annualmente, incaricati di raccogliere denunce anonime, controllare, e arrestare qualunque atto sodomita o anti-norma. Le denunce erano chiamate “tamburazioni” venivano depositate nei contenitori delle chiese di San Piero Scheraggio e Orsanmichele, e aperte ogni 20 giorni: tra il 1432 e il 1502 più di 10.000 uomini vennero indagati, includendo oltre 2.000 condanne.
Finché un giorno qualcuno contrabatté: era il 13 Agosto 1512, quando 30 giovani aristocratici, che armati di picche, di balestre, di archibugi irruppero nel palazzo del governo reclamando l’abolizione delle leggi anti-sodomiti. Erano rinominati i “Compagnacci” (o successivamente “Ruspi”), capitanati da Doffo Spini – “giovane di perduti costumi ma grandissimo ardire” lo definì nel 1861 lo storico Pasquale Villari. Dopo la retata, molti di loro impazzirono o furono trucidati, e si dovette aspettare il 16 Settembre, con il ritorno dei Medici al potere, per abolire il tribunale della Notte.
Spesso non abbastanza menzionata nei libri di storia, quella dei Compagnacci può essere considerata la prima rivolta per i diritti degli omosessuali, un violento e necessario tentativo di ribellione che avrebbe anticipato, con almeno cinquecento anni di distanza, le rivolte di Stonewall del 1961.
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