Nell’immaginario comune una sauna gay è quel luogo dove gli uomini possono riunirsi in relax e possibilmente anche trovare del sesso facile in uno spazio apposito, che sia il bagno turco o la SPA. Ma le saune gay (anche rinominate gay bathouses) hanno una storia che va oltre il piacere delle attività libertine. Dal 1400 in poi, per gli uomini omosessuali era sempre più difficile trovare un luogo sicuro e coperto dove lasciarsi andare senza timore: le saune erano prima di tutto un ambiente per incontrarsi e conoscersi scevri da sguardi indiscreti o aggressioni di vario tipo. Una delle prime saune gay si trovava a Firenze, città apertamente gay friendly e sessualmente libera fino all’arrivo delle prime leggi anti-sodomia nel 1432, quando gli Otto di Guardia e Balia chiesero ai proprietari delle saune di denunciare ogni cliente dal comportamento “ambiguo”: più di 44 uomini vennero arrestati tra il 1492 e il 1494. Stesso accadde in Spagna, quando la Regina Isabella di Castiglia fece chiudere ogni bagno pubblico perché facilitavano “le attività omosessuali”. A Parigi, si ricordano i noti Bains de Gymnase, luogo di ritrovo fino al 1876 quando una retata della polizia portò alla chiusura della struttura, insieme all’arresto di 6 clienti.
Un evento simile si ripeté a New York, il 21 Febbraio del 1903 quando nella sauna dell’Ariston Hotel vennero arrestati trentatré uomini. Ma non tutti i luoghi d’incontri subirono un simile trattamento: la Everard, anche rinominata Everhard, era una ex-chiesa che diventò rapidamente uno dei bagni turchi più famosi della Grande Mela, aperta dal 1888, e sopravvissuta a retate e un incendio nel 1977, punto di riferimento per milioni di omosessuali fino alla fine degli anni Ottanta. Tra gli anni ’50 e ’70 le bathouses erano frequentate da star internazionali come Rock Hudson, grandi scrittori come Truman Capote o Larry Krimer (che ne scrisse a riguardo nel suo celebre romanzo Faggots del 1786), ma anche donne che diventarono icone per l’intera comunità: Bette Midler si esibiva regolarmente presso le Continental Baths di New York che vennero successivamente rinominate “Bathouse Betty”.
Con l’arrivo degli anni Ottanta, e l’esplosione dell’emergenza AIDS, iniziò il declino delle saune gay: tra panico e stigmatizzazione, nel 1964 lo stato di New York ordinò la chiusura di ogni bathouse, etichettate da media e classe politica come un bersaglio facilmente attaccabile. Oggi le saune gay hanno riaperto regolarmente in tutto il mondo, ma senza l’impatto e il successo di un tempo. Nel suo Bathouse Babylon, lo scrittore Jameson Farn ripercorre la sua esperienza nelle saune gay per oltre 13 anni, considerandole una parte integrante della cultura gay ancora oggi: “Per gli uomini gay hanno creato un senso di comunità e spirito di squadra” racconta Farn a Pink News: “Un luogo sicuro dove sentirsi più liberi di incontrare altre persone, e scoprire di più sé stessi”. Nell’intervista Farn ci tiene a specificare che non si trattava solo di sesso, ma soprattutto d’incontro in un periodo storico che abituava gli uomini gay a sentirsi invisibili: “Le saune gay possono davvero aiutare con la solitudine, perché anche se stai per fatti tuoi, assisti all’interazione umana, che siano due persone che chiacchierano o fanno sesso.”
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