Passato Natale, Santo Stefano al cinema è una consuetudine da rispettare. A prescindere da ogni sessualità. E quest’anno la scelta è davvero ampia – ma di gay c’è ben poco a parte lo pseudotrasgressivo ‘Closer’ – e il genere dominante è l’animazione, possibilmente 3D (lo strepitoso ‘Shrek 2’) oppure ultradigital con l’innovativo ‘The Polar Express’ (sensori ficcati sulla faccia di Tom Hanks grazie alla tecnica di riproduzione mimetica performing capture).
Ecco una guida ragionata dei 10 film ‘top’ in rigoroso ordine di preferenza:
CLOSER di Mike Nichols
Il film scandalo del Natale 2004, con dialoghi piccanti e tradimenti a catena tra quattro personaggi, due uomini e due donne (Jude Law, Clive Owen, Julia Roberts e Natalie Portman). I due maschi – uno scrive necrologi e ‘coccodrilli’, l’altro è un dermatologo – si seducono via chat ma il primo si spaccia per una donna. Un ‘Conoscenza carnale’ più scabro e feroce, aggiornato alle nuove varianti multisessuali. Pruriginoso.
FERRO 3 – LA CASA VUOTA di Kim Ki-Duk
Migliore regia a Venezia, è il più poetico e lirico inno d’amore di questo Natale. Dal regista coreano de ‘L’isola’, la storia di un ladro fantasma che si intrufola nelle case, aggiusta oggetti, fa la biancheria, se ne va senza rubare nulla e si mette a giocare a golf da solo. Una donna maltrattata dal marito se ne innamora. Dialoghi azzerati e pura magia di sguardi. Autoriale ma non ostico.
SHREK 2 di Andrew Adamson, Kelly Asbury e Conrad Vernon
Già campione d’incassi (più di tre milioni di euro in dieci giorni), acclamato a Cannes, migliore del già divertente e riuscito primo episodio, riconferma la vena creativa della Dreamworks e conquista anche il pubblico più sofisticato. L’Orco Verde e la principessa Fiona vengono invitati nel regno di Molto Molto Lontano dai futuri suoceri che rimangono non poco impressionati dalla volgarità di Shrek.Un nuovo personaggio ‘cattivo’, Il Gatto con gli Stivali, e parodie all’ennesima potenza delle fiabe classiche e dei miti hollywoodiani. Per tutti.
LA NINA SANTA di Lucrecia MartelUno dei film più originali di questo Natale dall’autrice del malatissimo (e adorato dai critici) ‘La ciénaga’. In una stazione termale una giovinetta si crede travolta da una sorta di crisi mistica e decide di convertire un medico di mezz’età con la passione per le ninfette. Riti quotidiani e bizzarrie intergenerazionali, impennate sensuali mischiate a ossessioni religiose, incesti tra cugini in letti bollenti e scompensi nervosi. Bizzarro e a suo modo perverso.
EROS di Michelangelo Antonioni, Wong Kar-Wai, Steven Soderbergh
L’unico episodio riuscito è quello di Wong Kar-Wai, ‘La Mano’, un capolavoro di puro eros e puro senso. Elegante e sofisticata seduzione tra una sarta e un affezionato cliente a colpi di sinuosi titillamenti posteriori svelati nel tempo con la grazia attraverso la quale Gong Li si sfilerebbe un guanto persino in un fienile. Soderbergh fa invece un giochino da masturbazione psicoanalitica (uno strizzacervelli ha in cura Robert Downey Jr. – bisex nella vita reale – ma è più interessato a una donna che spia dalla finestra) e Antonioni affascina con le immagini anche se i dialoghi rovinano l’atmosfera di solare esaltazione naturista sulle splendide spiagge della Maremma. Molto belle Regina Nemni e Luisa Ranieri. Rispetto a Venezia (dove era stato montato un rullo di un altro film a metà di ‘Equilibrium’ di Soderbergh, ‘Stryker’ di Noam Gonick sulle gang losangeline), l’ordine dei tre episodi è stato invertito.
MELINDA E MELINDA di Woody Allen
Nonostante il titolo, non è un film lesbico ma una riflessione sulle interconnessioni tra realtà e finzione letteraria. Un commediografo e un drammaturgo newyorchesi si inventano un personaggio, Melinda, e intessono intorno a lei due versioni diverse della sua vita, una tragica e una in chiave di commedia. Le vicende di Melinda si mescoleranno pericolosamente ai veri problemi sentimentali e non degli amici dei due scrittori. Intellettualismo verboso e molto sedentario per un Allen alle soglie della settantina non molto in forma ma dai dialoghi sempre taglienti e raffinati. Woody, dopotutto, è sempre Woody. Nel cast le belle Radha Mitchell (‘Amori e altre catastrofi’) e Chloë Sevigny (‘Dogville’).
BIRTH – IO SONO SEAN di Jonathan GlazerUno dei film più curiosi di Natale; Un bambino di dieci anni entra nel bell’appartamento di Anna (Nicole Kidman) dicendo di essere il marito morto anni prima cercando di convincerla a non sposare il nuovo fidanzato Joseph. Inizio molto intrigante e atmosfera avvolgente, poi svolta idiota che banalizza il tutto e discesa a picco verso la pura assurdità. Il piccolo Sean (Cameron Bright) è abbastanza odioso e viziatello ma la Kidman rifulge di luce propria grazie anche a un originale capello corto (in realtà è una parrucca) e a uno splendido piano sequenza che è un lungo primo piano di lei che si commuove nel ricordo del marito.
OCEAN’S TWELVE di Stephen SoderberghSeguito di ‘Ocean’s Eleven’ con la solita banda del buco che deve impossessarsi di 160 milioni di dollari da restituire all’arrabbiatissimo Terry Benedict (Andy Garcia) svaligiati nel suo casinò di Las Vegas nel primo episodio. Cast da urlo: il divino Brad Pitt (con qualche rughetta visibile), Matt Damon, George Clooney, Catherine Zeta-Jones, Julia Roberts e un cameo di Bruce Willis. Locations sfolgoranti tra Roma, Amsterdam e Parigi.
THE POLAR EXPRESS di Robert Zemeckis
Il film di animazione più originale dell’anno, con veri attori riplasmati al computer grazie alla rivoluzionaria tecnica digitale della performing capture che crea espressioni realistiche attraverso sensori che rimodellano volti e corpi. Con Tom Hanks nei panni del controllore baffuto di un treno magico che porta al Polo Nord un gruppo di ragazzini cinici che non crede a Babbo Natale.
SE DEVO ESSERE SINCERA di Davide FerrarioDa recuperare in extremis, il divertente giallo-rosa col ciclone Littizzetto in un ruolo a tutto tondo (una professoressa sposata che indaga sull’omicidio di una collega antipatica ma si innamora del commissario). Una coppia di antiquari gay sospettati dell’assassinio, battute spassose, l’irrefrenabile verve della Litty e le belle canzoni di Françoise Hardy. Divertente.
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