BARCELLONA – Scherza coi fanti ma lascia stare i santi, dice un detto. Ma sembra che in Spagna oltre ai santi anche i principi siano un argomento tabú.
L’aver, infatti, solo ventilato in un editoriale la possibilità che il principe Felipe, erede del trono spagnolo, fosse gay é costato il posto a Javier Bleda, direttore del settimanale "DIGAME".
Il bellissimo e altissimo (1,91 cm) principe di Asturias, che compirá 33 anni il prossimo 30 di gennaio, è l’unico dei figli del re Juan Carlos I e della regina Sofia di Grecia che non è ancora salito all’altare per dare agli spagnoli una futura regina e al trono un erede, mentre le sue sorelle Elena e Cristina hanno già due figli ciascuna. Nonostante gli siano stati attribuiti vari flirt, l’ultimo dei quali con la top-model norvegese Eva Sannum, nessuno di essi ha mai superato il livello di pettegolezzo o le copertine delle riviste di cronaca rosa.
A questo punto Javier Bleda, il direttore di una di queste riviste, probabilmente la piú sfacciata, lascia intravedere la possibilità che Felipe sia omosessuale e che anzi sono "proprio i mezzi di comunicazione in generale che hanno tirato fuori questo tema".
Bleda fa, ad esempio, riferimento, al primo numero della rivista gay ZERO in cui si poteva leggere "…Vogliamo mettere seriamente sul tappeto la possibilità che il principe sia gay. Perché no? Non sará la fine del mondo e neppure della monarchia spagnola a cui rimarrebbero i figli delle Infante (n.d.r: Infanta è il titolo che spetta alle figlie del Re di Spagna) per la successione al trono. Sarebbe positivo ammettere, una volta per tutte, la possibilità che il principe fosse gay. Il contrario implica negare i diritti piú elementari dell’essere umano".
Ma non sono solo le pubblicazioni gay che fanno questo tipo di supposizioni.
Il direttore (fino ad allora) di DIGAME riferisce anche un articolo del serissimo "El Mundo" nel quale in occasione del presunto flirt con la modella norvegese si affermava che "…puó essere che tutto sia una cortina di fumo per distrarre l’attenzione sul vero futuro sentimentale dell’erede".
Javier Bleda, inoltre, ricorda che era stato lo stesso quotidiano che all’inizio del ’98 aveva pubblicato "alcune vignette umoristiche tra le quali una in cui il principe dá al Re una notizia buona e una cattiva: la buona é che si sposa, la cattiva é che lo fa con Alberto di Monaco!"
Altro riferimento è quello del libro "Un rey golpe a golpe" in cui secondo Bleda "…l’unico che gli mancava allo scapolo d’oro era che la Corte cominciasse a spettegolare su di lui nello stesso tono in cui si parla del suo collega, l’erede di Monaco, sempre circondato da svafillanti modelle e da incessanti pettegolezzi sulla sua omosessualità, una condizione assolutamente rispettabile, ma complicata e persino pericolosa per chi ha come obiettivo nella vita quello di garantire la continuità della dinastia".
In realtà, dunque, l’editoriale era piú che altro una compilation di riferimenti altrui, infarcito di se, di forse, di condizionali e di possibilità, ma il solo fatto di affrontare un tema del genere è costato il posto a Javier Bleda.
In un comunicato l’editore della rivista , Emilio Rodriguez Menendez, annunciava l’immediato licenziamento di Bleda per "le manifestazioni che ha fatto sotto sua assoluta responsabilitá e ingannando l’editore e i membri del consiglio di amministrazione, poiché la linea della rivista in nessun momento era questa. Mi sembra che ció che è stato pubblicato sul Principe é abberrante, offensivo e ingiurioso".
E mentre in Spagna l’attentato alla eterosessualità del principe Felipe da parte di un giornalista è punito con la decapitazione "professionale" nei regni del Nord Europa ci sono personalità politiche di primo piano che non scartano l’ipotesi di un re gay. E se da una parte l’ex segretario della famiglia reale norvegese Carl Grimstad dice che "prima o poi le monarchie europee dovranno accettare un re omosessuale", il Segretario di Stato di Giustizia olandese, Job Cohen, afferma che "anche i membri della famiglia reale olandese potranno valersi del diritto a contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso". In poche parole se c’è qualcuno che ha ambizioni di Principe consorte, o si sente Regina, inizi a preparsi un guardaroba per le temperature nordiche…
di Silvio Ajmone – da Barcellona
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