Jury Schiavi è un illustratore originario della provincia di Bergamo; trasferitosi a Milano si reinventa come make up artist e decide di coltivare la sua creatività non solo in campo lavorativo ma anche in una serie di collage che mixano arte e tematiche BDSM.
Conosciamolo meglio.
Chi è Jury Schiavi?
Sono un ragazzo originario di un piccolo paese in provincia di Bergamo, trapiantato a Milano dieci anni fa.
La vita valligiana mi stava abbastanza stretta, cosí un giorno ho deciso che non faceva più per me. Appena trasferitomi ho subito cercato un lavoro nel retail per mantenermi e in contemporanea cercavo di ritagliarmi del tempo per i miei svariati hobby.
Dopo alcuni anni ho deciso di rivoluzionare la mia vita lavorativa, che nel corso del tempo era diventata troppo monotona e ripetitiva.
Ora sono un make up artist e un illustratore grafico free lance. Posso dire quindi che finalmente anche il mio lavoro ora ruota intorno alla mia fantasia e creatività.
Come nascono i tuoi lavori?
I miei lavori nascono soprattutto dall’arte classica e dal mondo fetish.
Mi piace come due mondi così distanti possano in qualche modo incontrarsi e creare qualcosa di nuovo, che sia un’immagine, un pensiero o un’idea. Sono sempre in continua ricerca di nuovi spunti/ispirazioni, soprattutto per quanto riguarda la sfera bdsm/fetish, amata da molti e tacciata da altri (più per stigma sociale che per pensiero proprio a parer mio). Mi piacciono molto le illustrazioni di John Willie, pioniere dell’arte fetish, il femminismo velato di Eric Stanton e le sue donne dominatrix, il “Travestitismo” di Pierre Molinier, le grandi personalitá del drag come Barbette, Joey Arias, Divine fino alla più recente Violet Chachki. A volte per i miei lavori utilizzo anche creazioni di designer come Alexander McQueen, John Galliano o il mio preferito di sempre, Thierry Mugler.
Hai qualche fetish?
Direi che dai miei lavori si può intuire. Ho una grande passione per il lattex, I corsetti waspie, le scarpe punitive.
Mi piacerebbe molto provare lo shibari, essere completamente immobilizzato, capire la sensazione che ti può dare
l’essere completamente inerte nelle mani di un’altra persona.
Cosa vuoi comunicare con i tuoi lavori?
Vorrei che la sessualità venisse percepita in modo meno stigmatizzato dalla società. Rimane sempre un’argomento abbastanza taboo e intriso di pregiudizi e maldicenze. A tutti piace il sesso e tutti guardano i porno, ma noto che ogni
volta che si tocca l’argomento c’è una percezione delle cose abbastanza diffidente e negativa.
Un’esempio sono i sex workers, visti spesso come figli del demonio; come se una persona che lavora con il proprio
corpo sia solo un qualcosa di cui essere fan ma senza che possa entrare nella vita personale vera e propria di qualcuno.
https://www.instagram.com/juryslaves/?hl=it
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