In Italia fare impresa è complesso, se sei LGBTQIA+ è ancora più complesso

Intervista a Laura Venturini, Presidente di IGLBC - hub dell'imprenditoria queer.

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L’IGLBC è un’associazione unica nel suo genere in Italia, il cui scopo principale è certificare le imprese LGBTQIA+ e i loro partner commerciali. Fondata con l’obiettivo di promuovere e sostenere l’inclusione delle persone LGBTQIA+ nell’imprenditoria, l’IGLBC fornisce una guida fondamentale per le imprese desiderose di dimostrare il loro impegno per la diversità e l’uguaglianza.

L’IGLBC si rivolge specificamente alle imprese in cui almeno il 51% dei soci si identifica apertamente come LGBTQIA+, offrendo il proprio sostegno anche ai liberi professionisti LGBTQIA+ che desiderano entrare a far parte del network.

Oltre a essere una forza trainante in questo ambito a livello nazionale, l’IGLBC è anche una delle fondatrici dell’European LGBTQIA+ Chamber of Commerce (EGLCC), l’associazione europea delle camere di commercio LGBTQIA+. Grazie alla sua posizione rilevante nel settore, l’IGLBC collabora con importanti associazioni e camere di commercio LGBTQIA+ in tutto il mondo.

L’IGLBC offre un processo di certificazione per le imprese LGBTQIA+, che permette loro di dimostrare il loro impegno per l’inclusione e l’uguaglianza. Ottenere la certificazione IGLBC è un riconoscimento importante per le imprese, che conferisce loro un vantaggio competitivo sul mercato internazionale .

Abbiamo intervistato Laura Venturini, presidente dell’IGLBC, per saperne di più sui benefici concreti che la rete può offrire alle imprese a stampo LGBTQIA+.

Qual è il ruolo principale di IGLBC nell’ambito dell’imprenditoria queer italiana e come supporta i suoi membri?

IGLBC è fondamentalmente uno spin-off di Edge, un’associazione di imprenditori e imprenditrici, manager e professionisti che lavorano in network che si occupa di varie cose.

Quindi varie tipologie di imprese diverse, ma tutte accomunate dal fatto di portare all’interno del network la crescita personale professionale tramite lo scambio di esperienze.

La nostra associazione ha due scopi. Il primo è quello di certificare le imprese gestite da persone LGBTQIA+ e di metterle in relazione, quindi networking livello chiaramente professionale. Il secondo è quello di creare occasioni di business, e quindi mettere in relazione imprenditori e imprenditrici e cercare di diventare anche un po’ un canale e un veicolo per arrivare a corporate strutturate.

Chiaramente il tema della supply chain e della supply diversity è molto importante, specialmente per le multinazionali. In Italia, questa sensibilità è ancora lontanissima, però in tutto il resto di d’Europa e del mondo ci sono molte aziende, che richiedono proprio – oltre alla classica certificazione di genere di cui tanto si sente parlare – anche tutta una serie di altri parametri legati proprio alla diversità e l’inclusione.

Quindi fondamentalmente aiutiamo le aziende anche ad accreditarsi all’interno di questi di questi portali delle grandi corporate, diamo un supporto anche da un punto di vista legale e anche di formazione per poter accedere anche a bandi di gara, eccetera.

Come si differenzia IGLBC dalle altre associazioni italiane nel sostegno alle imprese e ai professionisti?

Fondamentalmente siamo gli unici a certificare un’impresa gestita da una persona LGBTQIA+, quindi in questo siamo i primi e al momento, da quello che so io, siamo anche siamo gli unici.

Ci diversifichiamo avendo una rete molto anche di contatti con le corporate internazionali, e ciò consente chiaramente di avere un canale privilegiato nel momento in cui viene ricercata un certo tipologia di fornitura.

La cosa interessante è che veniamo interpellati, per ogni tipo di fornitura, dalle provette per le aziende chimiche industriali a servizi di comunicazione, quindi un ampissimo ventaglio di richieste all’interno delle aziende.

Noi facciamo proprio rete di business. Quello che ci si aspetta da una Camera di Commercio insomma.

Quali sono i principali vantaggi che le imprese certificate da IGLBC possono ottenere rispetto alle imprese non certificate?

Sicuramente la formazione e il networking. Le aziende cercano proprio dei fornitori che abbiano determinate caratteristiche. Nel caso di IGLBT vengono certificate le aziende che hanno il 51% dei soci dichiaratamente LGBTQIA+, quindi fondamentalmente la proprietà deve essere di una persona del LGBTQIA+.

Quindi questo è sicuramente un bell’impatto. Per noi un grande valore aggiunto è il fatto di poter portare i nostri valori e l’aver in qualche modo sfondato tutta una serie di soffitti di cristallo, riuscendo ad accedere anche a cose molto importanti, tramite questi canali che sembrano preferenziali, ma che invece ci siamo sudati. 

In Italia fare impresa è complesso, quando rappresenti una minoranza è ancora più complesso. 

Tramite Edge abbiamo anche la possibilità di entrare a diversi tavoli di discussione politica, quindi la possibilità di entrare all’interno di alcuni osservatori e molto altro. 

Ciò che ci accomuna è la volontà di creare valore per le imprese che fanno parte della comunità. Quindi il principale vantaggio per un’impresa che si associa a noi è interfacciarsi a tutta una a una rete di altri imprenditori che cerca interscambio con altre imprese e condividono gli stessi valori.

Come collabora IGLBC con altre organizzazioni simili a livello internazionale, come la European LGBT Chamber of Commerce?

Allora a livello europeo c’è una gestione diciamo più alta, nel senso che la Camera di Commercio Europea, diciamo ci aiuta per quel che riguarda la ricerca dei fondi, l’accesso a determinate opportunità e quindi c’è un unico grande portale europeo all’interno del quale tutte le aziende che fanno parte delle varie camere di commercio locali si possono iscrivere.

Una volta fatto questo sia praticamente accesso a tutte le aziende del network europeo, quindi il grande vantaggio è che abbiamo accesso a un database di aziende, ovviamente all’interno di tutto il territorio Europeo, quindi suddivise per tipologia di categoria, settore di business con le quali appunto possiamo entrare in relazione.

Quindi questo è estremamente interessante.

Perché chiaramente ci permette di ampliare tantissimo, ma non solo quindi all’interno della Camera di Commercio Europea, abbiamo la possibilità di fare network tra di noi è partecipare a varie opportunità che magari sono fuori dal nostro confine.

Quali sono le sfide principali che IGLBC si propone di affrontare nel promuovere l’inclusione e l’uguaglianza nelle imprese LGBT in Italia e a livello internazionale?

Ci sono due grandi temi. Il primo è quello che siamo una nicchia della nicchia, nel senso che tendenzialmente non ci sono tante persone che fanno impresa nella comunità, non tutti sono dichiarati in Italia.

In Italia questa cosa non è così banale, cioè noi all’inizio avevamo un bollino che tu potevi apporre sulla tua documentazione ufficiale, sul sito web, che stava appunto a significare che sei parte della comunità. In molti non l’hanno mai utilizzato. Questo è uno degli esempi, c’è proprio il tema di tenere lontana la vita privata, e quindi non dichiararsi all’interno della propria azienda, all’interno del proprio ambito professionale. Questo è uno scoglio in Italia.

Anche perché effettivamente non tutti sono disponibile ad iscriversi o a essere presenti all’interno del database.

Molte delle domande che ci sono state fatte, soprattutto all’inizio, erano “ma questo database sarà visibile all’esterno?”. Cioè in realtà dovrebbe essere un Plus. Questo perché dichiararsi oggi diventa un atto politico. Lo è ancora di più nel momento in cui addirittura la tua azienda dichiara di appartenere a un network di questo tipo.

Ovviamente noi siamo aperti anche a tutti gli alleati e alleate. Anzi. Cioè ci piacerebbe tantissimo l’idea che ci siano aziende anche non enormi che si avvicinano a questo tipo di consapevolezza. Questo ci permetterebbe di fare rete e sistema tutti insieme,

Ti dirò una cosa in cui credo molto, sono tre le cose che spostano nella realtà dei fatti le le cose: l’informazione, la cultura e il denaro. Quindi tendenzialmente se riusciamo a muoverci come ecosistema di aziende con i nostri alleati, potremmo avere un impatto, non solo da un punto di vista economico per i singoli, ma anche di cultura a livello nazionale generale.

E in questo momento storico sarebbe un atto necessario!

Il vostro invito è quindi aperto a tutti.

Assolutamente sì. Possono contattarci tramite il sito di EDGE, e quindi chiedere informazioni per poter entrare all’interno di questo gruppo di lavoro, questo network nel quale ci sono appuntamenti di ogni tipo, dal business network ai momenti di formazione eccetera. Un ecosistema estremamente interessante che porta un valore aggiunto, non solo alla comunità.  

 

immagine di copertina: Laura Venturini (background Foto di Stephen Picilaidis su Unsplash )

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