In India l’omosessualità è punibile fino a dieci anni di prigione, ma questo non ha fermato il Pride per le vie della capitale.
Solo qualche centinaia di attivisti in un subcontinente di un miliardo di persone dà la misura delle difficoltà della comunità LGBT in India. Nel Paese, che ha appena festeggiato il decimo Pride di New Delhi, non solo l’omosessualità viene punita dalla legge, ma è ancora motivo di stigma nella società.
“Il benessere economico e la mia istruzione mi dà la possibilità di vivere apertamente come uomo gay, ma è molto più difficile per chi non ha questi privilegi – ha raccontato all’Associated Press uno degli organizzatori del Pride Manak Matiyani – Stiamo combattendo per il diritto di tutti di poter vivere la propria vita in questo Paese, come cittadini uguali”.
Dopo un decennio in cui l’omosessualità ha guadagnato spazi di tolleranza nella società indiana, con locali gay e star di Bollywood apertamente gay, nel 2013 la Corte Suprema indiana ha rovesciato una sua precedente pronuncia con cui aveva dichiarato incostituzionale la legge che vieta i rapporti sessuali tra uomini, lasciando la parola al Parlamento indiano.