Il Ministero della Salute dell’Indonesia ha ufficialmente definito l’omosessualità ‘disturbo mentale’. Prosegue così la stretta ai danni della comunità LGBT da parte del Governo, che vorrebbe criminalizzare il sesso gay entro la fine del mese.
L’annuncio choc da parte del Ministero è arrivato nel fine settimana, con l’omosessualità che verrà aggiunta ad un elenco di disturbi mentali in una nuova guida medica che verrà presto pubblicata. Due i rapporti presi in esame. L’Associazione degli psichiatri indonesiani (PDSKJI) aveva pubblicato uno dei due report citati nel 2016. La 2° relazione è invece nata grazie al supporto di un altro Ministero. Quello ‘religioso’, che ha concluso come l’omosessualità sia contraria alla ‘morale’ indonesiana.
Il rapporto del PDSKJI ha invece affermato che le persone gay, lesbiche e bisessuali soffrirebbero di crisi di identità, tanto da essere fortemente a rischio in ambito salute mentale. Le persone transessuali, inoltre, sarebbero “sensibili alle malattie mentali”. 26 anni fa, era il 1992, l’Organizzazione mondiale della sanità cancellava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”.
La scorsa settimana il parlamento indonesiano ha annunciato l’intenzione di modificare il proprio codice penale, criminalizzando l’omosessualità attraverso il ‘divieto’ al sesso gay. Ufficialmente l’omosessualità non è illegale in Indonesia, tranne che nella provincia islamica di Aceh che segue la legge della Sharia, ma negli ultimi due anni c’è stata una repressione e una crescente persecuzione della comunità LGBTI. Decine di raid da parte della polizia, nel 2017, tra saune, locali notturni e case private, con centinaia di arresti e processi.
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