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Josephine Yole Signorelli: la transizione raccontata a fumetti

Josephine Yole Signorelli, celebre fumettista MtF conosciuta come Fumettibrutti, ha descritto il proprio travagliato percorso in 3 opere.

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josephine yole signorelli

Josephine Yole Signorelli: la transizione raccontata a fumetti - Josephine Yole Signorelli - Gay.itJosephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, è una fumettista di origine catanesi, conosciuta e amata dai giovani. I suoi fan non le scrivono solo per cortesia, ma anche per chiedere consigli, un aiuto, un supporto. Attraverso le sue creazioni – come il suo primo libro “Romanzo Esplicito” e l’ultima graphic novel “Anestesia” di Feltrinelli Comics – Josephine si mostra al mondo, e sono molti i fan che si identificano in lei.

Josephine Yole Signorelli, nell’intervista al magazine 7 per mano di Teresa Ciabatti al Corriere, parla anche della sua transizione. Fumettibrutti è una donna transessuale, che ha avuto una transizione lunga e difficile, a partire dai 7 interventi chirurgici a cui ha dovuto sottoporsi.

Tre opere per raccontare la transizione: la storia di Josephine Yole Signorelli

Fumettibrutti ha voluto sfruttare a sua abilità per raccontare una sua esperienza personale, dolorosa, difficile. Ma alla fine, felice. Lo ha fatto con tre opere autobiografiche, in cui racconta dettagliatamente la “trasformazione” da ragazzo a ragazza. Oltre a “Romanzo Esplicito“, la storia prosegue con la seconda opera, “P, la mia adolescenza trans, ovvero lo svelamento“, pubblicata un anno dopo. E si conclude con Anestesia.

È qui che parla delle 7 operazioni che ha dovuto subire per la transizione.

Se vai in una struttura dove i dottori non sono specializzati corri dei grandi rischi. So che quello che è successo a me è successo anche ad altri nello stesso posto.

Ma nonostante questo, non si è persa d’animo.E ha continuato la sua strada, sicura del suo l’obiettivo finale. 

Le donne trans viste come “trappole”

Ma Josephine Yole Signorelli ricorda anche come venivano trattate le persone transgender nel passato, comparando il tutto a oggi:

Ci sono delle differenze dalla generazione precedente a quella successiva. Di recente ho scoperto che le ragazze trans più piccole si definiscono “trappole”. Per me era la peggior offesa. Dicevano: “Attenzione a quella, è una trappola”, per dire che ero trans, e io mi sentivo morire. Le ragazzine trans di adesso rivendicano questa parola, e io ne sono felice.

Oggi sono quella che vedete nelle belle foto di questo servizio. Non ho più bisogno di nascondere i vestiti nel baule, come nella favola Pelle d’asino, la mia preferita.

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