Magmatico, torbido, sexy, visionario: si preannuncia come uno dei titoli più intriganti della stagione, "Il cigno nero" di Darren Aronofsky, film indipendente che si è rivelato un’assoluta sorpresa in Usa dove ha già incassato più di 120 milioni di dollari – ne è costato 13 – ed è in lizza per gli Oscar con ben cinque nominations tra cui quelle ‘pesanti’ di film e regia. Ma quella che probabilmente si trasformerà in statuetta è la candidatura della protagonista già Golden Globe, una lodatissima Natalie Portman, caparbia e ossessiva in un ruolo pieno di sfumature, quello dell’ambiziosa ballerina Nina, étoile del New York City Ballet che si trova a competere con la rivale Lily per poi esserne attratta anche fisicamente mentre il severo coreografo Thomas Leroy (Vincent Cassel) pretende sempre di più tra ricatti seduttivi e provocazioni artistiche non solo sul palco ma anche dietro le quinte.
Un tour de force espressivo che svela la grande passione della Portman per la danza, che ha studiato per nove anni da bambina, dai 4 ai 13, ma che qui ha richiesto molto di più, oltre a una costola incrinata e allo slogamento delle spalle: riuscire a rendere credibile sullo schermo un’allucinante discesa negli abissi di una personalità scissa, che si trova a confrontarsi con una metà oscura che proietta nell’inconscio l’ingombrante figura di una madre dominante e persecutrice (Barbara Hershey), portandola a deformare la realtà durante pericolose crisi allucinatorie.
Il regista ha anche tentato di convincerla a provare l’ecstasy sul set per esigenze di verosimiglianza, ma la Portman si è fermamente opposta. Il classico tema del doppio che da hitchcockiano diventa quindi lynchiano investe anche la sfera della sessualità, dando origine a scene di sesso lesbo e onanistiche ormai cliccatissime online (il cine-cunnilingus del secolo?). La Portman dichiarò anche che "un giorno potrebbe innamorarsi di una donna" mentre proprio sul set di "Black Swan" è rimasta folgorata dal ballerino Benjamin Millepied che interpreta David e da cui aspetta un bambino.
Questa personalissima fiaba nera che vira in thriller gore ha iniziato a far parlare di sé al Festival di Venezia, dove era stato presentato come film di apertura spaccando in due la critica e ricevendo persino i complimenti del nostro Presidente della Repubblica che si è congratulato col regista definendo il film ‘potente e audace’. "Black Swan" è stato anche premiato col riconoscimento Marcello Mastroianni come miglior attrice esordiente andato a Mila Kunis, esoticamente seducente, nel ruolo della luciferina Lily.
Aronofsky non è un regista da mezze misure, e già nel terragno "The Wrestler" e nel magnifico "Requiem for a Dream" la sua riflessione su corpi e personalità torturate lasciava il segno in una dimensione cine-disturbante che non può lasciare indifferente lo spettatore: il fatto oggettivo che "Il cigno nero" è già diventato un cult è dimostrato dalla parodia in cui Jim Carrey lo reinterpreta in chiave gender in una puntata di metà gennaio del Saturday Night Live che ha avuto strabilianti record di ascolti.
Da vedere assolutamente.