La Russia ha ufficialmente multato TikTok per non aver cancellato quei video che il governo definisce “propaganda LGBT”.
Martedì 4 ottobre le autorità russe hanno emesso la sanzione per aver violato la tristemente celebre legge sulla propaganda gay, che vieta la promozione di contenuti LGBTQ+ ai minori di 18 anni. Secondo il tribunale distrettuale Tagansky di Mosca, la società madre di TikTok a Pechino, ByteDance, è stata multata di almeno 3 milioni di rubli, ovvero circa 50.000 euro.
Secondo fonti riportate da Reuters, TikTok è stata accusata di promuovere “valori non tradizionali come LGBT, femminismo e una rappresentazione distorta dei valori sessuali tradizionali”.
Il tribunale ha inoltre multato anche il servizio di streaming Twitch, per aver ospitato un’intervista video con il politico ucraino Oleksiy Arestovych. Amazon, proprietaria di Twitch, è stata multata di almeno 4 milioni di rubli, ovvero circa 65.000 euro, per aver violato una legge approvata all’inizio di marzo che vieta tutto ciò che potrebbe “screditare” le forze armate russe. All’inizio di quest’anno, Twitch era stata multata di 3 milioni di rubli per aver ospitato un’intervista simile con Arestovych, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Sebbene nessuna delle due società abbia rilasciato dichiarazioni ufficiali a seguito delle multe, Reuters ha riferito che un rappresentante di TikTok avrebbe insistito affinché il procedimento giudiziario venisse chiuso. Le società potrebbero in futuro subire multe significativamente più elevate se i cosiddetti video di “propaganda LGBTQ+” non saranno rimossi o limitati.
Se l’intervista ad Arestovych non sarà rimossa dagli archivi Twitch, la multa potrebbe salire fino a 8 milioni di rubli. La legge contro la propaganda LGBTQ+ nei confronti dei minori esiste oramai da quasi 10 anni. La scorsa estate Alexander Khinshtein, presidente del comitato d’informazione della Duma di Stato, ne ha chiesto l’ampliamento anche ad un pubbico adulto, perché ora come ora a suo dire sarebbe “insufficiente”. “Proponiamo di estendere completamente il divieto di questo tipo di propaganda al pubblico di tutte le età (offline, media, Internet, social media e nelle sale cinematografiche)”. Se così fosse, sarebbe censura totale.
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