Lana Del Rey, il suo nuovo capolavoro si chiama “Norman Fucking Rockwell”

"Norman Fucking Rockwell" è l'album più intimistico e profondo di Lana Del Rey, che riprende quel sogno americano, poi svanito, del grande illustratore e pittore americano.

Lana Del Rey
4 min. di lettura

A due anni dal precedente disco “Lust for Life”, Lana Del Rey pubblica il suo atteso nuovo album di studio, “Norman Fucking Rockwell“.

Il quinto album di studio della cantante Baroque-Pop americana, dopo due album influenzati dall’hip hop, ci riconduce, nel sound e nello spirito, allo stile di “Ultraviolence”, per molti il suo miglior disco.

La nuova fatica discografica di Elizabeth Woolridge Grant, suo vero nome, è stata scritta e prodotta a quattro mani con il produttore Jack Antonoff.

Ex chitarrista dei Fun., Jack Antonoff lavora da anni con Taylor Swift (ha, tra l’altro, prodotto 8 canzoni del suo ultimo disco “Lover), Lorde e ha anche prodotto la colonna sonora del film LGBT+Tuo, Simon“.

Da un produttore con questo background ci si sarebbe aspettati un altro tipo di disco da Lana Del Rey, che invece sceglie un’inversione di marcia ed un ritorno alle origini. E ha fatto benissimo.

Lana Del Rey cover album 'Norman Fucking Rockwell'

Il nuovo disco segna un ritorno alle origini

Il risultato è un disco complesso, molto lento ed essenziale, ma che rivela tutte le qualità maggiori della Del Rey, proprio grazie a questo sound ‘spogliato’, fragile, che espone la sua grande ed intrigante personalità musicale.

L’artista 34enne ha descritto il nuovo album come un “mood record“, una raccolta inebriante di canzoni psico-rock e piano, nel quale ogni brano si riversa nell’altro, un po’ come fosse un’unica lunga canzone.

Brani come “Mariners Apartment Complex”, “Cinnamon Girl” e “Venice Bitch” ricordano un po’ le atmosfere di uno dei suoi singoli più famosi ed amati, “Video Games“.

Si distingue dalle altre, perché più “vitale”, la cover di “Doin ‘Time” dei Sublime che, da un punto di vista sonoro, è un ritorno a suoni già sentiti nei suoi dischi “Born to Die” e “Honeymoon”.

Lana Del Rey 2019

Norman Rockwell, l’uomo che ha ispirato il nuovo disco di Lana Del Rey

Il titolo dell’album fa riferimento diretto a Norman Rockwell, famosissimo illustratore americano del ‘realismo romantico’, famoso per aver realizzato 321 copertine, dal 1916 al 1963, per il ‘Saturday Evening Post‘.

Per anni ha ritratto la famiglia americana classica, felice, perché a sua detta “non riusciva a dipingere i cattivi”, tanto da apparire spesso ingenuo.

Nel corso della sua carriera, però, si è adattato ai mutamenti sociali (come la Seconda Guerra Mondiale) e la sua arte è diventata via via sempre più oscura, sofferente ed impegnata.

Fierezza, dolore, ironia, tolleranza e rispetto dei valori erano temi tanto cari all’illustratore e pittore americano quanto a “Norman Fucking Rockwell” di Lana Del Rey, che diventa quasi una continuazione post-mortem dello spirito dell’artista.

Lana Del Rey

L’ispirazione e il senso che si cela dietro “Norman Fucking Rockwell

In un’intervista a’Vanity Fair‘, Lana Del Rey ha parlato dell’ispirazione che si cela dietro l’album e la sua title track:
È stato davvero strano. Stavo riflettendo su un paio di accordi che Jack Antonoff stava suonando – per la canzone che alla fine abbiamo intitolato “Norman Fucking Rockwell” – ed è lì che mi sono trovata a riflettere e scherzare sul sogno americano. E mi son detta: “Ecco, qui è dove siamo ora. Norman che scopa Rockwell. Andremo su Marte e Trump è Presidente, ok. Per quanto riguarda il titolo, beh, io e Jack scherziamo costantemente su tutti i titoli di giornale che ci vengono in mente e che potremmo leggere, ci diverte, quindi se vogliamo è anche un leggero riferimento culturale. Ma non è una cosa cinica, davvero. Cerco di vedere tutto come un po’ più divertente di quanto non sia in realtà. Il caos della cultura è interessante, mi affascina.
La canzone sopracitata parla di un’artista geniale pretenzioso che non riesce a smettere di parlare di se stesso ed è un brano che tratta una versione più felice dell’amore.
Venice Bitch“, che la cita indirettamente, porta avanti questo concetto ed è piena di riferimenti a icone americane come Robert Frost.
Il brano, che dura oltre 9 minuti, è la rappresentazione della nostalgia al suo picco massimo, dove Lana Del Rey offre una panoramica di se stessa e del suo uomo che vivono momenti felici mentre il tempo svanisce, su di una trama che è l’estensione della title track.
Lana Del Rey Norman Fucling Rockwell
Ascoltare tutto “Norman Fucking Rockwell“, che dura 68 minuti, può essere un po’ ‘pesante’, per la natura intimistica e molto ‘nuda’ della maggior parte dei brani, che in molti casi sono ridotte a poco più di piano e voce.
Però il disco è talmente intriso di delicatezza, eleganza, arte e personalità che non può non affascinare.
Norman Fucking Rockwell” è probabilmente l’album meno commerciale dell’artista ed il più profondo. Sicuramente il più artistico ed ispirato.
Le canzoni che compongono il disco sono valutazioni schiette e lucide, in stile squisitamente Baroque-pop e rock psichedelico, di cosa significa vivere ed adattarsi ad un mondo che prospera e si ciba, giorno per giorno, di caos.
Il disco si chiude con una delle sue migliori canzoni in assoluto, la magistrale “hope is a dangerous thing for a woman like me to have – but i have it“.
Il bellissimo brano contiene forti riferimenti alla famosa poetessa e scrittrice americana Sylvia Plath, una delle maggiori ispirazioni di Lana, e frasi come: “Non chiedere se sono felice / Sai che non lo sono / Ma nella migliore delle ipotesi posso dire di non essere triste.
Ormai da anni, Lana Del Rey è un’icona simbolo di un genere tutto suo e “Norman Fucking R0ckwell“, da oggi, ne diventa una delle punte di diamante.
https://open.spotify.com/album/5XpEKORZ4y6OrCZSKsi46A?si=3itEGlvJRTCgXIBtDYvG1g

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