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Le famiglie gay nella Consulta delle famiglie di Bologna

Famiglie Arcobaleno e Agedo entrano a far parte della Consulta delle Associazioni Familiari del Comune di Bologna. Contrari Lega e Pdl, ma l’assessore rassicura: “Vogliamo abbattere tutte le barriere”

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L’associazione Famiglie Arcobaleno e Agedo entrano a pieno titolo nella Consulta delle Associazioni Familiari del Comune di Bologna. Un traguardo importante per le due realtà che si occupano di famiglie e genitorialità gay, che però non ha mancato di suscitare reazioni e polemiche, nonostante il parere favorevole dell’assessore al Welfare, Amelia Frascaroli.
"Crediamo non ci sia nessuna altra consulta o organismo in cui possiamo essere a pieni diritti se non quelle delle Famiglie – si legge in una nota di Famiglie Arcobaleno -. Anche se, in quanto genitori omosessuali, abbiamo problemi specifici che consistono soprattutto nell’affrontare omofobia e diniego ma anche trovare strade per permettere la tutela dei nostri figli e dei loro genitori non legali, le Famiglie Arcobaleno affrontano tutti i giorni i problemi e le gioie di tutte le famiglie italiane e in quanto tale hanno non solo cose da dire ma esperienze da condividere e da portare in una consulta delle Famiglie".

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E sono proprio i "problemi specifici" che alcuni hanoutilizzato per opporsi all’ingresso di Famiglie Arcobaleno nella consulta. 
"Non entriamo in una discussione tutta teorica e tutta ideologica su chi è famiglia chi no – spiega Frascaroli al Resto del Carlino – io mi rifaccio all’articolo 3 della Costituzione: vanno abbattute tutte le barriere che propongono delle diversita. Noi abbiamo un atto di indirizzo del ‘99 molto lungimirante, che tra l’altro si rifaceva ad una circolare di dieci anni prima del ministro Andreotti, quindi assolutamente insospettabile. Quell’atto definisce l’istituzione dell’elenco anagrafico delle famiglie su base affettiva, una cosa ancora in vigore ma che nessuno considera. Sono atti del Comune di Bologna".

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Di parere nettamente contrario, prevedibilment, l’opposizione di centrodestra in consiglio comunale secondol a quale dovrebbe essere la consulta stessa a decidere chi può entrare a farne parte e chi no, compito che secondo la giunta spetterebbe, invece, al consiglio comunale. "Siamo stupefatti – dichiara a Repubblica il consigliere leghista Manes Bernardini -, l’eventuale apertura al mondo omosessuale può riguardare forse altri ambiti ma non certo questo. L’unica famiglia che riconosciamo è quella naturale". Gli fa eco il Pdl: "Si vuole seguire l’impostazione culturale che vuole legittimare come famiglia anche quella omosessuale". "Bisogna partire dall’articolo 29 della Costituzione – aggiunge Silvia Noè dell’Udc – che definisce chiaramente cos’è la famiglia". 

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"Le nostre famiglie e i nostri figli fanno parte di questo tessuto sociale – insiste la nota di Famiglie Arcobaleno – e soffrono come le altre la scarsità dei nidi, i problemi della scuola, la pochezza di aiuti specifici alle famiglie numerose o a quelle con scarse risorse, i nostri bimbi frequentano la scuola dell’obbligo e si relazionano con la sanità pubblica, nascono negli ospedali e le maternità dello Stato, frequentano gruppi e associazioni. Se siamo parte dell’Arcobaleno siamo soprattutto parte del mondo. Di questo mondo e di questa società".
Il dibattito, insomma, è aperto, ma almeno per ilmomento Famiglie Arcobaleno e Agedo fanno parte della Consulta e l’auspicio delle stesse associazioni è che la cosa possa ripetersi in altre città italiane.

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