Ripubblichiamo la lettera di Manlio Converti, psichiatra e attivista LGBT, inviata al direttore di QuotidianoSanità.it sul tema delle mutilazioni intersessuali. Che questo scempio finisca presto.
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Ancora ci si ‘vanta’ di mutilare gli intersessuali
Gentile direttore,
i giornali di Palermo e perfino l’edizione locale di Repubblica, copiando tutti lo stesso comunicato stampa della struttura medica pediatrica dove è stato operato, vantano l’ennesima mutilazione genitale a neonato intersessuale, dopo nemmeno tre settimane dalla condanna dell’ONU nel merito! (LEGGI >).
La questione medica è complicatissima. Gli intersessuali lo sono per motivi cromosomici (XXY ed XO ad esempio) oppure per diecimila altre motivazioni epigenetiche complesse. L’articolo cita il caso di un corpo femminile con genetica maschile (XY), ma cita anche un’ipersensibilità androgenica cerebrale. Il comunicato riportato potrebbe essere impreciso o parziale.
La prima parte – “corpo femminile e genetica maschile (XY)” – corrisponde alla Sindrome di Morris. Tuttavia le persone con la sindrome di Morris hanno una gran varietà di sensibilità cerebrale agli androgeni in epoca fetale e possono mostrare diversi orientamenti sessuali e diverse identità di genere, incluse forme miste. Generalmente però preferiscono quando sono XY proprio la forma femminile. A che titolo viene citata allora l’ipersensibilità cerebrale agli androgeni? Come potrebbe il recettore del testosterone, evidentemente assente nel resto del corpo, essere attivo e funzionante esattamente, come preteso dai medici e dai familiari, nel cervello? Come lo hanno dimostrato?
Anche in presenza di un eventuale recettore funzionante, sappiamo benissimo che l’orientamento sessuale e l’identità di genere non sono fissati dalla genetica in modo automatico, perché l’epigenetica è molto più complessa. Questa violenza assurda su un minore inerme fa capo ad un’altra ed opposta violenza. Il disprezzo per le persone transessuali e il divieto in Italia di cambiare genere grazie agli ormoni o alle operazioni chirurgiche per i minorenni. Le lotte inascoltate degli intersessuali e le loro storie sono raccontate anche in questo articolo del 2013 dell’Espresso, e fondamentalmente fanno tutte capo ad una sola richiesta: non toccare i genitali dei minori senza il loro consenso.
La richiesta in pratica si somma a quella delle persone transgender e transessuali. Tutte e tutti loro richiedono di attendere che il soggetto interessato – già da bambino/a o da adolescente, prima della definitiva trasformazione e maturità dei genitali esterni, sulla base della propria richiesta e non quella dei genitori o dei medici, ma dopo attenta psicoterapia – possa accedere alle terapie ormonali o chirurgiche. Di fatto potrebbe anche essere che questi pediatri abbiano “ingarrato”, ma comunque hanno sottoposto il minore ad una tortura ignobile e l’ordine dei medici dovrebbe intervenire immediatamente per chiarire la gravità dei fatti.
Manlio Converti
Psichiatra
Attivista LGBT
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