Se n’è parlato meno e ha fatto meno rumore, perché per sua fortuna non ha dovuto incontrare atlete italiane o ungheresi con tutto il circo politico che ne consegue come nel caso nostrano di Angela Carini, ma Lin Yu-ting è stata travolta dalle infamie in egual misura ad Imane Khelif.
Anche lei etichettata come “uomo trans” alle Olimpiadi, perché squalificata dalla contestatissima IBA al pari della collega algerina agli ormai celebri mondiali del 2023, Lin Yu-ting ha conquistato la finale olimpica nella categoria -57kg. Sconfitta in semifinale la pugile turca Esra Yildiz Kahraman, che a fine gara ha incrociato le dita facendo il gesto delle due X, alludendo ai cromosomi femminili. Ai quarti di finale identica scenetta era stata fatta dalla bulgara Svetlana Kamenova Staneva.
Sabato sera alle 21:30 Lin Yu-ting, 28enne taiwanese, sfiderà per l’oro la pugile polacca di 20 anni Julia Szeremeta.
Intervistata prima dell’inizio dei Giochi da CNA English News, con il video diffuso solamente il 7 agosto, Lin Yu-ting ha contestato pubblicamente le fake news diffuse dall’IBA, diretta da un amico di Vladimir Putin e cancellata dallo stesso CIO, parlando di testi fasulli (“così imperfetti e approssimativi da renderne impossibile l’utilizzo“, ha precisato il Comitato Olimpico) e gogna mediatica.
“È ovvio che mi dà fastidio leggere certe osservazioni, ma tutto quello che possiamo fare è dire a noi stesse che non possiamo controllare quello che dicono. Lasciamo che parlino, ma ho la coscienza pulita su questo. Dopotutto, abbiamo dimostrato che il test era falso e che il processo non seguiva nessuno standard”.
Lin è consapevole che ad un occhio poco attento il proprio aspetto fisico possa farla passare per un ragazzo, ma è inconcepibile che ad etichettarla in questo modo sia stato un ente pugilistico, cavalcato da stampa e politici.
“Probabilmente è per il mio aspetto. Attira molta attenzione. A volte quando vado in bagno mi chiedono: ‘È quello giusto?’. E io devo rispondere che sono una donna. Forse è anche per la mia altezza e il mio taglio di capelli. Direi che sono sempre stata semplicemente quella che sono. Dopotutto, sono una pugile. Voglio perseguire risultati e traguardi migliori. Preferirei concentrarmi sul miglioramento delle mie prestazioni. Se avessi portato i capelli lunghi, avrei dovuto dedicare loro molto tempo e non avrei avuto il tempo di riposarmi tra la mia routine mattutina e quella pomeridiana. Senza il giusto riposo, come potrei allenarmi duramente?”. “Ai media piace confezionarli in questo modo. Non posso controllarli. Dopotutto, viviamo in una società così libera e democratica. Tutti hanno libertà di parola. Tu puoi dire quello che vuoi, ma io posso anche decidere cosa voglio fare. Non devo assecondare i tuoi stereotipi”.
Domani sera Lin Yu-Ting potrebbe vincere un oro olimpico, mentre stasera toccherà ad Imane Khelif provare a conquistare il gradino più alto del podio nella sua finale dedicata alla categoria -66 kg. Le due atlete più diffamate di Parigi 2024 sono ad un passo da una rivincita sportiva che sarebbe la giusta conclusione di un’Olimpiade segnata dall’odio transfobico e dalla disinformazione.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.