Gran premio della giuria a Cannes nonchè candidato (e favorito) francese ai prossimi Oscar, 120 battiti al minuto di Robin Campillo è andato incontro ad un’incredibile censura politica dal taglio spiccatamente omofobo.
Siamo a Magenta, nel milanese, con il cinema parrocchiale (il Cinemateatro Nuovo) che mette a disposizione la propria struttura per proiettare “120 battiti al minuto” il capolavoro di Campillo in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS. Ad organizzare l’evento “Le Rose di Gertrude“, associazione che si batte per i diritti e contro le discriminazioni. Improvviso, e clamoroso, il rifiuto al patrocinio dal Comune, con la sindaca di centrodestra Chiara Calati, 42 anni all’anagrafe, sulle barricate. Il motivo?
“La pellicola proposta non è in linea con gli ideali di famiglia e relazioni appoggiati da questa amministrazione, in quanto fa riferimento direttamente a rapporti omosessuali“.
Inevitabile la polemica, che vede Paolo Razzano, ex vicesindaco e attuale consigliere Pd di Magenta e coordinatore della segreteria di Milano Metropolitana, sparare a zero sul primo cittadino.
“Ancora una volta la sindaca è ostaggio delle visioni più egoiste ed estremiste della loro cosiddetta coalizione e di chi vuole farci tornare al Medioevo, è inaccettabile, così si manca di rispetto ai cittadini. Sì, benvenuti a Magenta, la Magenta del Medioevo“.
Patrocinio all’evento che è arrivato dai Sindaci di Corbetta ed Inveruno, quest’ultimo di centrodestra come Chiara Calati. Che al momento, travolta dalle polemiche, tace.