Dall’alto della sua inconsistenza politica e della sua dichiarata omotransfobia, Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia, è quasi ogni giorno in diretta a Mattino Cinque, su Canale 5, il più delle volte a sproloquiare su tematiche legate ai diritti LGBTQIA. Un’ospitata sicura, la si potrebbe definire, perché Adinolfi non si negherà mai ad una diretta televisiva, innamorato com’è del proprio riflesso catodico pur avendo preso sempre e solo schiaffoni elettorali da quando ha fondato il proprio partito 7 anni or sono.
L’ennesima dimostrazione si è avuta nella giornata di ieri, quando il contenitore mattutino Mediaset ha affrontato il caso dello stop alla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali di Milano imposto al sindaco Beppe Sala dal governo Meloni. Ospite in studio e/o in collegamento Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, o qualunque genitore omosessuale con figli in grado di poter raccontare quanto vissuto in prima persona? Certo che no. Francesco Vecchi, conduttore nonché giornalista, ha affrontato il tema con la scrittrice Annarita Briganti, che da tempo sogna di diventare mamma grazie all’adozione, e per l’appunto Adinolfi, che ha subito iniziato ad attaccare.
Il leader del Popolo della Famiglia ha negato qualsivoglia tipo di discriminazione nei confronti di quei bambini non registrati all’anagrafe, con relative conseguenze pratiche e quotidiane, perché a suo dire “abbiamo tutti le tate che vanno a prendere i bambini a scuola, voi fate ideologia, chiunque porta i figli e vengono presi da persone terze, non è vero che solo i genitori li vanno a prendere. A questi bambini non viene negato nessun diritto”. “Viene difesa la loro realtà, cioè che non è vero che sono nati da due femmine o da due maschi, perché per l’ordinamento italiano questo non accade“.
Annarita Briganti ha ricordato ad Adinolfi e al conduttore Vecchi come in Italia ci siano circa 150.000 bambini con genitori dello stesso sesso, scatenando la reazione scomposta del presidente del Popolo della Famiglia. “Ma non esistono, sono numeri inventati. Raccontate cose che non esistono“.
A questo punto è arrivata la gratuita e insensata domanda del conduttore Vecchi, che ha chiesto a Briganti “se uno ha due papà ne può avere anche tre?”, marchiando così a ferro e fuoco il livello del dibattito televisivo e giornalistico sul tema famiglie omogenitoriali. “Se decidiamo che genitore è chi si prende cura del bambino perché non averne 7“, ha proseguito provocatoriamente Adinolfil, poi ancor più netto sui social nel contestare le cifre che parlano di circa 150.000 bambini con genitori dello stesso sesso. “Vai a vedere i dati e le unioni civili dal varo (2016) della legge Cirinnà sono state meno di 20mila, più della metà senza minori coinvolti“.
Peccato che non stia scritto da nessuna parte che chi ha figli debba essersi necessariamente unito civilmente. E anche se così fosse, persino dinanzi ad un solo bambino discriminato in tutto il Paese ci troveremmo dinanzi ad un’inaccettabile e ingiustificabile ingiustizia, fondata sull’ideologia e su un odio malsano e sempre più anacronistico, legato ad un’Italia arcaica, che dinanzi a quest’odio è oggi minoranza.
“Contro natura non si può andare, i gay non fanno figli”, ha concluso su Twitter Adinolfi, quasi quotidianamente ospite da mattina a sera di trasmissioni Mediaset evidentemente interessate ad una voluta superficialità informativa, all’istigazione maccheronica, alla frase ad effetto che possa suscitare clamore social, per poi avere un presidente editore che si scandalizza per l’ospitata festivaliera di Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj, i vestiti succinti e le troppe parolacce al Gf Vip.
Se non fosse che quello sia puro entertainment, mentre questa dovrebbe essere informazione giornalistica con al centro del dibattito dei minori e i loro negati diritti. Perché è di questo, e solo di questo, che stiamo parlando.
La nuova balla trasformata in mantra è quella delle “150mila famiglie arcobaleno”. Vai a vedere i dati e le unioni civili dal varo (2016) della legge Cirinnà sono state meno di 20mila, più della metà senza minori coinvolti. Contro natura non si può andare, i gay non fanno figli. pic.twitter.com/iRg92FHzCe
— Mario Adinolfi (@marioadinolfi) March 15, 2023
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