Celebre volto di Tv Talk, su Rai 3, Massimo Bernardini è intervenuto a gamba tesa sulla ridicola polemica della presunta ‘gayzzazione’ di Rai 1 da settimane cavalcata da Mario Adinolfi. Dopo le parole del direttore Stefano Coletta, Bernardini è stato tranciante: “Comunque la giri è una vergogna: classificare le persone secondo la loro sessualità? Dividere il mondo in regolari e irregolari? Ognuno di noi è unico, un mistero da rispettare”.
“Vergognoso è mettermi in bocca parole che non ho detto”, ha coraggiosamente replicato su Twitter Adinolfi. “Io classificherei “le persone secondo la sessualità”? Io pongo un problema di praticabilità democratica e di pluralismo. L’esistenza di una lobby dominante a Raiuno è evidente. Tant’è che mi insultate, non smentite i fatti. Dai che sto tweet aziendalista inventando parole da me mai pronunciate poteva essere risparmiato. Per fortuna nelle risposte in tanti hanno spiegato l’evidenza che era chiara pure al marito di Mara Maionchi. Solo che noi non siamo quelli che, rimbrottati, chinano il capo”.
Ma Bernardini non ha certamente mollato la presa.
“Tweet aziendalista” è proprio del tuo stile sleale e liquidatorio da politico da strapazzo (invece di cercare correzioni condivise sulla legge omotransfobia). Come l’uso strumentale dell’amico Alberto Salerno (ha un nome “il marito di Mara Maionchi”, ed è un grande paroliere). La politica democratica cerca soluzioni condivise, la polemica oltranzista alza scudi e spara giudizi come proiettili. E si sente rassicurata da piazze con carrozzine e politici perentorii. Difendiamo i nostri figli da chi vuole difenderli.
Messo alle strette, Adinolfi si è dovuto trincerare dietro il ridicolo scudo della CEI, che aveva attaccato il DDL Zan ancor prima che questo venisse presentato in commissione giustizia. Ma Mario finge di non sapere, ripetendo come un mantra che “i vescovi italiani dicono testualmente che il progetto di legge Zan “introdurrebbe un reato di opinione” e aprirebbe “a derive liberticide”. Se in tutti i contenitori di Raiuno si rappresenta il ddl Zan come salvifico, ora è più chiaro perché chiedo conto di certe scelte?”.
“Non fare il furbo, non ti nascondere dietro la CEI”, ha replicato Bernardini. “Hai alzato scudi e giudizi molto più corrivi. La tua è la strada delle scomuniche e delle ghettizzazioni: pregiudizi vs pregiudizi. Lo spazio per una cultura diversa non si ottiene così (ma tanto non ci senti)”. Ed è qui che Adinolfi, per chiudere in bellezza, si è superato con un tweet da comico affermato: “Rifiuto la definizione di “omofobo”, non produco “ghettizzazioni”, le subisco. Ci sono delle cose che evidentemente non si possono dire (lo faceva notare anche il tuo amico Salerno nei tweet poi rimossi) in questa realtà orwelliana dove alcuni animali sono più uguali degli altri”.
Solo pochi giorni fa Pierluigi Diaco aveva smascherato l’ipocrita Adinolfi, che ha prima stroncato il suo programma, Io e Te, per poi auto-invitarsi per promuovere il suo libro.
© Riproduzione Riservata