È stato Mario Adinolfi a parlare di ‘gayzzazione’ di Rai1, facendo tra le altre cose incredibilmente outing nei confronti di alcuni conduttori, dando così il via ad una polemica surreale, ridicola, anacronistica, folle. Come se fosse l’orientamento sessuale di una persona ad andare in onda, e non le sue competenze in qualità di giornalista, conduttore, opinionista, autore o quant’altro.
Stefano Coletta, direttore di Rai 1, ha preso la palla al balzo durante la presentazione di ‘Sette storie’, nuovo programma condotto da Monica Maggioni, per scrivere la parola fine su questa imbarazzante polemica. Via HuffingtonPost.
Questa storia della ‘gayzzazione’ di Rai 1, in riferimento a tutte le persone chiamate dal precedente direttore, Teresa De Santis, mi sembra che possa indurre una riflessione: che cacchio ce ne frega. Tutti i conduttori cui si fa riferimento in tutti gli articoli, anche in maniera un po’ gratuita, tutti i nomi indicati in maniera dispregiativa per la loro inclinazione sessuale, che io peraltro non conosco, sono stati scelti dal precedente direttore di Rai 1. Chi vuole usare questi nomi per fare riferimento alla mia vita privata sbaglia, non parlo mai della vita delle persone, sono un uomo molto libero e non mi interessano le chiacchiere su questi temi. È deprimente quello che si legge. Tutto ciò è materia che non mi interessa e non interessa questa rete. Tutto vorrei tranne che leggere ‘Gay1’, ‘Rai1 gay’. Basta piccolezze, bassezze. Di fronte alle persone non mi chiedo mai con chi vanno a letto. Mio padre, a 80 anni, mi chiedeva se i personaggi televisivi fossero sposati o meno, era nato nel 1920. Nel 2020, dopo cento anni io mi occuperei del livello culturale delle persone, giudicherei i conduttori per la loro professionalità.
Colpiti, affondati, fine.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.