Nel 2017 Matteo Grimaldi dà alla luce il suo primo romanzo per ragazzi, La Famiglia X, che ha al suo interno anche una coppia di papà. Un anno dopo, in piena estate, un utente a lui sconosciuto inizia ad insultarlo sulla sua pagina Facebook, definendolo “contro natura”, “pervertito”, invitandolo a “suicidarsi”.
Il motivo di tanto odio gratuito? L’aver scritto un romanzo per giovani lettori che racconta la vicenda dell’affido di un ragazzo a una coppia di due uomini, l’avere a cuore il tema dei diritti per tutti e il semplice parlarne, nel tentativo di sensibilizzare. Colpito da tanta violenza, Grimaldi decide di querelare il signor S B. Ebbene dopo quattro anni di processo, lo scrittore ha vinto, come annunciato sui social.
“Il signor S B è stato condannato per diffamazione – ricordo ai leoni da tastiera che la diffamazione è un reato penale – e oltre alla multa, dovrà pagare le spese processuali e i danni alla mia persona. Credetemi, quello che mi ha fatto più male è stato leggere nei suoi commenti “fate schifo” rivolto non solo a me, ma a una intera comunità, che avrebbe la colpa di essere omosessuale”.
Grimaldi, insieme al suo avvocato Matteo Mammini, ha deciso “di pagare le spese processuali di una persona diffamata che non ha la possibilità di sostenere un processo. Sono tanti coloro che subiscono l’odio e non denunciano perché non hanno la forza né il sostegno di nessuno”.
Una storia, quella raccontata dallo scrittore, condivida sui social per “essere d’aiuto a chi sopporta in silenzio e nel timore. Non è stato facile, ma era la cosa giusta. No, sui social non si può dire tutto; no, dare del pervertito a qualcuno e invitarlo a suicidarsi non è un’opinione. Perciò pensateci bene prima di vomitare il vostro odio sugli altri perché non siamo più disposti a subire”.
Classe 1981 nato a L’Aquila, Grimaldi ha successivamente scritto e pubblicato Il violino di Filo, per Giunti Editore.