Festeggiare il proprio centesimo compleanno è un evento per chiunque. Ma quando Miguel, noto anche come “il paziente di Lisbona“, ha celebrato il suo centenario ha riscritto la storia.
Questo perché Miguel è la persona sieropositiva più anziana al mondo. La sua carica virale non è rilevabile, è in ottima salute geriatrica e vive ancora a casa, da solo, prendendosi cura di se stesso.
Alla luce del persistente stigma dell’HIV, Miguel e la sua famiglia hanno chiesto che i notiziari non mostrassero il suo volto né diffondessero il suo nome completo. Mantenendo tale riservatezza, i ricercatori che studiano Miguel (è solo uno pseudonimo) lo hanno soprannominato “il paziente di Lisbona”, quando lo hanno preso come punto di riferimento nei loro casi di studio, poi pubblicati. “Sono felice”, ha detto l’anziano dai toni pacati ad una tv canadese. “Ho passato questi anni senza difficoltà e senza problemi.”
Secondo CTV News, solo nel 2004 Miguel ha scoperto di essere sieropositivo, quando è arrivato in un ospedale vicino a Lisbona con rare forme di colite, un linfoma e un basso numero di CD4. Aveva 84 anni e non aveva idea di essere sieropositivo o di come e quando aveva contratto il virus. Dopo aver appreso della malattia, Miguel ha detto al suo medico che voleva combattere.
Il dottor Henrique Santos, primario medico di Miguel, ha ammesso di aver avuto non poche perplessità, quando venne a sapere delle sue condizioni di salute: “Quando questa paziente venne da me, a quell’età, avevo dei dubbi sul fatto che potesse essere trattato”. Ma Santos andò avanti, iniziando un aggressivo ciclo di chemioterapia. “Tutto è andato bene, ma sarebbe potuto andare male”, ha sottolineato. “Potevano esserci stati segni di tossicità. Non avrebbe potuto essere in grado di sopportare il trattamento. Abbiamo dovuto considerare tutti quegli scenari”. Quindici anni dopo, è chiaro che Miguel e il team medico presero la decisione giusta.
Giovanni Guaraldi, che lavora presso l’Università di Modena, ha dichiarato: “Credo che il paziente di Lisbona sia un segnale di speranza per le persone affette da HIV che affermano di voler ancora non solo vivere più a lungo, ma di vivere in salute, sperimentare un invecchiamento sano … Miguel è un esempio per noi ricercatori e medici, nel farci capire che possiamo fornire una migliore assistenza alle persone”.
Fonte: HivPlusMag
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