80 anni domani, 25 marzo 2020, oltre la metà dei quali passati lontana dalle scene, volutamente. Perché Anna Maria Mazzini, per tutti Mina, si è ritirata il 23 agosto del 1978. Alla Bussola il suo ultimo e storico concerto. Da allora colei che ha fatto la storia musicale di questo Paese non si è più fatta vedere in tv, dal vivo. Lei che ha lanciato mode e tendenze, si è eclissata.
Nata a Busto Arsizio, nel 1960 e nel 1961 partecipa al Festival di Sanremo, fuggendo dal palco in lacrime, giovanissima, per poi non tornarci mai più. Prende forma la rivalità con Milva, e la Tigre di Cremona sbanca in tv grazie a Studio Uno di Antonello Falqui, padre di tutti i varietà televisivi. Mina diventa da subito icona televisiva e musicale, tanto in Italia quanto all’estero. Nel 1963, appena 23enne, nasce Massimiliano Pani, il primogenito di casa, la Rai la mette al bando, l’Osservatore Romano la scomunica, nel 1965 muore il fratello minore Alfredo in un incidente d’auto, successivamente sbatte la porta in faccia a Frank Sinatra, dice di no a Federico Fellini, a Francis Ford Coppola e inizia il sodalizio con Battisti e Mogol, sposa Virgilio Crosso e diventa madre di Benedetta, secondogenita nata nel 1971. Tre anni dopo, nel 1974, conduce il suo ultimo show televisivo, Milleluci, al fianco di Raffaella Carrà. “Non gioco più“, sua sigla finale, anticipa di fatto l’imminente e clamoroso ritiro.
In 60 anni di musica Mina ha inciso più di 1.500 brani, spaziando tra neomelodico, Bossa Nova, musica classica, jazz, blues, tango, con quella voce ha cantato praticamente tutto, continuando fortunatamente ad incidere anche dopo il rumoroso addio alle scene. Mina si è imposta l’autoquarantena, vivendo nell’ombra, senza però mai smettere di abbagliarci tutti grazie alla sua unicità, al suo inimitabile timbro, alla sua eleganza, intelligenza, al suo stile, al suo mito, semplicemente irreplicabile in anni come questi, in cui apparire è diventato tutto. Ai tempi dei social eternamente connessi se non appari non esisti ma non per Mina, che esiste, eccome se esiste, anche nella sua totale assenza mediatica, che fa ancor più rumore di qualsiasi presenza.
La comunità LGBT, da sempre, la venera. Perché Mina ha infranto muri, riscritto musica e costumi dell’Italia del dopoguerra, con palcoscenici per la prima volta dominati, riempiti, travolti, con look inimmaginabili per l’Italia che venerava Nilla Pizzi, acconciature e trucchi da regina teatrale, e copertine dei dischi che hanno fatto epoca. Mina è stata barbuta e oliato palestrato, cancellando con ampio anticipo qualsiasi concetto di identità sessuale, grazie alle sue continue e fantastiche metamorfosi, Mina è stata donna tutta d’un pezzo, perennemente libera, con due figli nati da due uonini diversi, Corrado Pani e Virgilio Crocco. Il primo era addirittura sposato con un’altra donna, quando la Mazzini rimase incinta. Scandalo per l’epoca, cacciata dalla tv e attaccata dal Vaticano ma lei tenne duro, in anni in cui il divorzio neanche esisteva. Inseguita dai paparazzi, sbattuta in prima pagina una settimana sì e l’altra pure, criticata dalla Chiesa. Una ribelle, un’anticonformista, un’antidiva nata diva, un’opera d’arte pop vivente, ridipinta 10, 100, 1000 volte, che è fuggita dalle milleluci del varietà per trovare la pace, la serenità, il silenzio, probabilmente la solitudine. Definirla semplicemente ‘cantante’ sarebbe riduttivo, perché Anna Maria Mazzini è stata una colonna del secondo novecento italiano, la più grande tra i grandi, l’ineguagliabile Mina, ora fantastica 80enne.
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Cara Mina , conservo ancora tanti 45 giri da lei incisi! Posso dire che siamo cresciuti in contemporanea : ho solo tre anni di meno!
ARTICOLO CONCISO MA DA L'IDEA DI CHI è MINA. l'unica inesattezza è che si chiama anna mina mazzini .e l'altra è che dopo il ritiro a fatto tanti successi anche come singoli. dopo il duemila ricordiamo oggi sono io e l'album con celentano LE MIGLIORI. NONCHE MINA-FOSSATI. tutti gli album hanno l'attenzione di tutti i media.sponsor della tim x tre stagioni di grande successo.auguri MINA