“Hanno detto tante stronzate su di me. Che sono solo un modello, un prodotto di marketing, un disgraziato, una femmina. Ma sono molto peggio”.
Così, via social, Achille Lauro ha lanciato la sua ultima fatica discografica, Lauro, suo album più personale e atteso. 12 tracce nate spontaneamente, come rivelato su Instagram. “Sono stati d’animo, fotografie. Non ho l’ambizione di essere compreso da tutti. Ma vorrei che fosse letto per quello che è. La mia tempesta dell’anima, il mio tormento. Il me che guarda al passato con malinconia e al futuro come un sognatore. Non vivo nel presente”.
Intervistato dal Corriere della Sera, il 30enne cantante romano ha fatto intendere che dopo tre anni vissuti a mille all’ora, con 3 Festival di Sanremo (2 in concorso, uno da guest star), 11 singoli, 2 dischi di cover e due di inediti, il momento di una pausa potrebbe essere arrivato.
Posso anche non scrivere per 6 mesi e poi in 3 giorni, quando ho da dire e da dare, mi vengono tante canzoni. Ne avevo un centinaio pronte e con i side project “1990” e “1920” ho incasellato quelle con un’anima sonora simile. Sono stati dei viaggi fuori controllo, fuori dalle regole del mercato. Questo album è più mio, riflette la mia identità: un lato più introspettivo e uno più punk-rock-grunge. Voglio fermarmi. Scrivere è qualcosa di strettamente legato al vivere. Quando sarà il momento tornerò. Ad un certo punto, però, mi piacerebbe sparire come Mina e lasciare solo la musica.
Nell’attesa, il nuovo disco è fuori dalla mezzanotte. Che ve ne pare?
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C'è sempre un periodo nel quale un'artista ha bisogno di scoprire nuove frontiere per arricchire la propria arte tornando con quel bagaglio in piu'. E' normale e plausibile,noi siamo sempre qua ad attenderti ascoltando i nuovi brani. In bocca al lupo