Prosegue la battaglia politica di Monica Cirinnà in favore delle famiglie arcobaleno. La senatrice Pd, madre delle unioni civili, si è infatti rivolta in aula a Palazzo Madama alla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, con un’interrogazione a proposito del rilascio delle carte di identità elettroniche valide per l’espatrio ai bambini delle famiglie arcobaleno che, dopo il decreto Salvini del gennaio 2019, non possono ottenere un documento con l’indicazione di entrambi i genitori.
“Esistono oggi in Italia bambine e bambini che, pur avendo due mamme o due papà sull’atto di nascita, non possono ottenere un documento corrispondente alla loro identità”, ha insistito la responsabile del Dipartimento diritti del Partito democratico. “Questo perché la modulistica e il sistema elettronico riconoscono solo due genitori di sesso diverso. Questo è evidentemente inaccettabile, e bisogna porre rimedio. Accolgo dunque con favore l’impegno della Ministra, che ci ha comunicato che sono già in corso approfondimenti e che, molto presto, si potrà giungere ad una soluzione favorevole. Parliamo di bambini che esistono, vivono nelle nostre comunità, sono compagni di banco e di giochi dei nostri figli: non possiamo tollerare che restino, di fronte alla legge, bambini di serie B”.
“Abbiamo accolto come ministero dell’interno la disponibilità dell’ufficio del Garante per un approfondimento della tematica. E informo che sarà avviato nei prossimi giorni nei competenti uffici del ministero dell’interno un confronto sul tema“, ha replicato in aula la ministra Lamorgese. “Una volta pervenuti ad una complessiva valutazione sul tema potrà essere fatto il conseguente adeguamento dei software idonei a immettere i dati relativi alle domande di rilascio della carta identità elettronica per l’espatrio da parte di coppie omogenitoriali, essendo comunque necessaria una previa modifica regolamentare“.
Il 3 aprile del 2019, con Matteo Salvini ministro dell’interno, veniva infatti pubblicata in gazzetta ufficiale una direttiva che modificava le disposizioni di un decreto del 2015, ripristinando la dicitura ‘padre’ e ‘madre’ sui documenti di identità dei minori al posto della semplice dicitura ‘genitori‘. Un attacco diretto alle famiglie arcobaleno d’Italia, perché da quel momento in poi è praticamente diventato impossibile ottenere documenti validi con entrambi i genitori dello stesso sesso.
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