Pasqua è andata in archivio, ma in casa Partito Democratico si continua a dibattere sull’eventuale candidatura alle europee di Marco Tarquinio, ex direttore dell’Avvenire che in passato ha più e più volte sostenuto battaglie contro i diritti LGBTQIA+, dicendo no alle unioni civili, no al matrimonio egualitario, no alla GPA, no alla trascrizione dei figli nati all’estero da coppie omogenitoriali, no all’aborto. No a tutto ciò che ad oggi è dichiaratamente presente nell’agenda del Pd a guida Elly Schlein. Almeno a parole.
“La politica l’ho raccontata per 40 anni, le polemiche sono fisiologiche. Certo mi aspetterei qualche giudizio meno precipitoso, meno superficiale”, ha puntualizzato lo stesso Tarquinio a Linea Notte, su Rai3. E sui diritti ha aggiunto: “Ho sempre detto: prima viene la persona, poi ragioniamo sui modi, chiarendo che non ci sono mai diritti da accampare su altre persone”.
Peccato che esistano decine di suoi editoriali sul tema, dichiarazioni in lungo e in largo, interventi video. Ai tempi delle Unioni Civili, Tarquinio definì il DDL Cirinnà “un testo pieno di ambiguità e forzature“, nonché a suo dire “un simil matrimonio gay” che rincorreva “derive falsamente progressiste verso ingiustizie e disumanità“. E se Schlein tace, così come non ha ancora preso parola Alessandro Zan, deputato vicino alla segretaria pronto a correre in Veneto proprio per le europee, sono altri esponenti del Partito Democratico a bocciare dichiaratamente Tarquinio, mettendoci la faccia.
Assolutamente netta, in tal senso, Monica J. Romano, prima storica consigliera trans del comune di Milano, responsabile Dipartimento lavoro e in direzione nazionale del Pd.
“Candidare l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio alle europee è un errore e spero che la nostra segreteria ci ripensi“, ha scritto sui social Romano. “Le sue uscite contro aborto, DDL Zan e matrimonio egualitario restano nella memoria di chi con convinzione ha sostenuto la mozione di Schlein all’ultimo Congresso. Più che mai occorre un cambiamento chiaro e netto della linea di un partito che in passato troppe volte è stato ambiguo e fumoso sui diritti civili, autodeterminazione delle donne e difesa della laicità dello spazio pubblico. Mi è chiara la volontà di dare voce a quel mondo cattolico che vorrebbe lo stop all’invio di armi, così come mi è chiaro il tentativo di dare rilievo a temi come antifascismo e pace. Ma non possiamo farlo con figure così divisive. Ricordiamoci che la fiducia, l’entusiasmo e il sostegno ricevuto all’ultimo congresso sono stati dati giustamente con riserva. Non tradiamo le aspettative di coloro che nel partito ma anche fuori dal partito – decidendo di entrarci – si sono attivati in prima persona per un cambiamento reale. Diritti sociali e diritti civili devono andare insieme, il tempo delle ambiguità è finito”.
Chi si è voluto pubblicamente esporre è stato anche Daniele Viotti, ex europarlamentare. “Considero Marco Tarquinio un intellettuale piacevole da ascoltare e con posizioni nette sul tema delle migrazioni. Ne ha pagato caro il prezzo. Un gran signore ma conservatore. Legittimo, ma le sue posizioni sui diritti civili lo rendono incompatibile con una candidatura nel Pd”.
Monica Cirinnà, ex senatrice Pd, ha invece condiviso la contrarietà all’eventuale candidatura di Tarquinio espressa da Eugenio Ciani, presidente della regione Toscana. “Non ritengo sia prova di discontinuità nel Pd”, ha cinguettato la madre delle unioni civili. “La candidatura ed elezione certa di un conservatore, sempre contrario ad ogni innovazione dei diritti, dalle unioni civili al cognome della madre, dal fine vita alle tecniche di pma”.
A sostegno di Tarquinio si sono invece schierati Graziano Delrio, Goffredo Bettini, Andrea Orlando e Nicola Zingaretti.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.