Carlo Cottarelli ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà le dimissioni da senatore perché l’elezione a segretaria di Elly Schlein avrebbe “spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo“. Cottarelli si è detto a “disagio su diversi temi” presi di petto dalla neo segretaria negli ultimi due mesi. “Ho posizioni diverse da Elly Schlein sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare. Il primo dei non eletti mi sostituirà senza perdite di seggi per il Pd. Mi sembra la scelta più corretta“, ha concluso Cottarelli, suscitando tra le tante la piccata reazione di Monica Cirinnà.
L’ex senatrice del Partito Democratico, madre delle unioni civili, è rimasta fuori dal Parlamento proprio perché lasciata “senza paracadute“, a scapito di altri nomi come Cottarelli, blindati dalla segreteria.
“Chi ha fatto le liste per le elezioni dello scorso settembre dovrebbe fare un mea culpa per avere garantito l’elezione a chi, oggi, se ne va sbattendo la porta (alcuni con più stile di altri, va riconosciuto) in spregio alle più basilari regole della vita politica e pensando di potere avere una posizione dominante in barba ai congressi e alle regole democratiche dei partiti che ancora le hanno“, ha tuonato sui social Cirinnà. “Liste fatte ignorando le istanze dei territori, delle segreterie regionali, di chi, per anni, è stato leale con il partito anche nei momenti più complicati e preferendo logiche da caminetto con i risultati che, oggi, sono sotto gli occhi di tutti“.
Parole al vetriolo da parte dell’ex senatrice, che la scorsa estate prima rifiutò la candidatura “non blindata” in un collegio senatoriale romano definito impossibile, per poi accettarla tra le lacrime, dicendosi nuovamente pronta alla battaglia. A spuntarla fu la candidata della destra Ester Mieli, vincitrice del collegio U04 di Roma con il 37,42% dei consensi, contro il 31,01% strappato da Cirinnà in collegio che fino a poche settimane prima sembrava inarrivabile per il centrosinistra.
Con i saluti di Cottarelli, in 2 mesi il Pd è arrivato a quota 5 addii, perché a detta di costoro Elly Schlein avrebbe portato il partito “troppo a sinistra”. Si parla anche di Beppe Fioroni, Andrea Marcucci, Enrico Borghi e Caterina Chinnici. Ora bisognerà vedere se il Senato accetterà le dimissioni di Cottarelli, che dinanzi ad un rifiuto potrebbe dover rimanere a palazzo Madama, magari finendo nel gruppo misto o perché no persino al Terzo Polo di Renzi e Calenda. Quest’ultimo provò a candidarlo alle ultime elezioni, rimanendo bruciato dal Pd dell’allora segretario Enrico Letta.
Nel 1993 eletta in consiglio comunale a Roma per la Federazione dei Verdi a sostegno di Francesco Rutelli, Monica Cirinnà è stata successivamente rieletta altre tre volte con i Verdi (1997, 2001, 2006) e infine nel 2008 per il Partito Democratico. 5 anni dopo l’addio al Campidoglio per sbarcare a Palazzo Madama, dove lascerà il segno grazie alla battaglia sulle unioni civili, vinta nel maggio del 2016. Due le legislature portate a termine, dal 2013 al 2022.
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