Mentre le gerarchie ecclesiastiche serrano le fila contro l’educazione alle differenze nelle scuole (l’ultimo caso è quello di Bologna) e contro le unioni civili (con la Cei in testa che parla di “forzatura ideologica per ridurre realtà diverse come fossero uguali” a proposito del DDL Cirinnà), Mons. Luigi Bettazzi, soprannominato “il vescovo rosso” per le sue posizioni di vicinanza agli operai di Olivetti, si dichiara a favore delle unioni civili, posizione già espressa ai tempi dei DiCo.
In un’intervista rilasciata alla Stampa di Torino, il 91enne ex vescovo di Ivrea ha definito il sesso “un’espressione dello spirito”.
La domanda, postagli da Bruno Quaranta, era riferita al Sinodo della Famiglia nel quale, come già anticipato lo scorso autunno, si parlerà di comunione ai divorziati e di coppie omosessuali. “La comunione – ha risposto Bettazzi -: vi sono cristiano ortodossi che, appellandosi al Concilio di Nicea, ammettono persino un secondo matrimonio, nel segno, beninteso, della sobrietà. L’omosessualità: la questione del sesso va studiata, emancipandosi dai neoplatonici che facevano coincidere sesso e decadenza dello spirito. Perché non espressione dello spirito umano? È noto che mi pronunciai in favore dei Dico, il riconoscimento delle unioni civili”.
LA POSIZIONE SUI DICO
Ed effettivamente, già nel 2011, mons. Bettazzi si era apertamente schierato dalla parte delle coppie gay e lesbiche , pur distinguendo rispetto al matrimonio. “Credo che su un piano laico bisognerebbe riconoscere i diritti – aveva dichiarato -, sapendo distinguere ciò che è convinzione religiosa e ciò che non lo è. I matrimoni vanno distinti: non ha senso dire ‘matrimonio gay’. Ma alle coppie dovrebbe essere riconosciuto il diritto di stare insieme”.
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