La morte di Pier Paolo Pasolini: in 45 anni nessuna verità

Rapina degenerata o omicidio premeditato da parte di politici e terroristi?

pasolini
3 min. di lettura

Oggi è l’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini. Il poeta, regista, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, giornalista e filosofo italiano moriva nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975. Il responsabile venne arrestato, ma dopo 45 anni, la verità sul caso deve ancora essere svelata.

Questo articolo vuole essere un breve approfondimento sulla sua morte, ma per informazioni più dettagliate ti invitiamo alla lettura dei molti saggi che si trovano in libreria o in biblioteca sul suo conto.

Prosegui nella lettura per scoprire di più.

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Dove è morto Pasolini

L’idroscalo di Ostia (X Municipio di Roma) fu il teatro della sua morte, brutale e violenta. Il presunto responsabile confessò una lite con l’artista, dopo delle avance sessuali che Pasolini gli avrebbe rivolto.

Il cadavere di Pasolini venne ritrovato il 2 novembre di 45 anni fa da una signora, alle 6:30 del mattino. Le diverse ferite in tutto il corpo e la cassa toracica, completamente sfondata, fecero subito capire che il poeta era stato aggredito brutalmente. Le successive rilevazioni, confermarono che prima venne aggredito con un bastone di legno, poi investito e schiacciato più volte con la sua auto.

Come è morto Pier Paolo Pasolini

Le ipotesi sulle possibili cause che portarono alla morte di Pier Paolo Pasolini, tuttavia, sono molte. Dalla rapina degenerata alla lite, dall’omicidio premeditato a un complotto, dopo le sue accuse indirizzate a politici dell’epoca.

Ad ogni modo, quella stessa notte tra il 1 ed il 2 novembre 1975, venne fermato dalla Polizia Pino Pelosi, di 17 anni.

Il ragazzo era alla guida dell’auto di Pasolini. Ladro di auto e gigolò, confessò subito quanto avvenuto la notte precedente. Secondo la ricostruzione del giovane, l’artista lo aveva abbordato alla stazione Termini di Roma. Dopo aver cenato alla trattoria Biondo Tevere (vicino la basilica di San Paolo), sarebbero andati all’idroscalo di Ostia, dove Pasolini avrebbe voluto un rapporto con Pelosi.

Dal rifiuto del ragazzo sarebbe nata una lite, da cui è sfociata l’aggressione con il bastone ritrovato e identificato come arma per colpirlo ripetutamente.

Pelosi sarebbe poi salito in auto, e passato sopra il corpo di Pasolini più volte, uccidendolo.

Dopo la confessione, Pelosi venne dichiarato colpevole di omicidio volontario, sentenza confermata dal tribunale di primo grado e nel 1976 dalla Corte d’Appello. La Corte eliminò l’ipotesi di altri responsabili della morte di Pasolini, indicando Pelosi come unico assassino.

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I dubbi sulla morte di Pier Paolo Pasolini

Ancora oggi, Pelosi è l’unico responsabile dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Ma le indagini continuarono negli anni seguenti da parte dei media, che volevano far luce sul caso.

Importante fu la scoperta di un giornalista de L’Europeo, che condusse un’inchiesta raccontata poi da Oriana Fallaci. Secondo la confessione di un secondo ragazzo, Pasolini venne aggredito da un gruppo di persone (tra cui la stessa fonte), ma solo per rapinarlo. Intervistando poi alcuni abitanti della zona, si scoprì che diversi testimoni avevano sentito delle urla, riconducibili a più di due persone. Nessuno, però, avrebbe avvertito la Polizia. Il ragazzo dopo non volle più essere intervistato: temeva per la sua vita. 

Lo stesso Pelosi, nel 2005, aveva rivelato che non era stato lui a uccidere Pasolini. All’idroscalo, quella notte, secondo la sua testimonianza, arrivò una seconda auto (targata Catania). Su quell’auto si trovavano delle persone che, a detta sua, uccisero l’uomo. Questa testimonianza si ricollega a diverse altre.

Il personale del Biondo Tevere, la trattoria dove Pasolini aveva cenato con un ragazzo, aveva dichiarato che assieme al poeta era presente una persona alta 170 cm e bionda (Pelosi era riccio, castano e alto 160 cm).

Pelosi non avrebbe detto nulla prima per paura di ritorsioni verso la sua famiglia.

Molti confermano comunque che Pasolini era seguito da un’auto, targata appunto Catania.

Morte di Pasolini. Attacchi a politici e alle lobby del petrolio

Sull’ omicidio di Pier Paolo Pasolini le ipotesi certo non mancano.

Qualcuno parla della collaborazione tra Eni e Montedison del settore petrolchimico. Poco prima della sua morte, Pasolini stava ultimando un romanzo riguardante Eugenio Cefis, un imprenditore italiano.

Secondo quanto scoperto, Cefis sarebbe stato legato allo stragismo italiano dell’epoca e, essendo Pasolini diventato un personaggio scomodo che sapeva troppe cose, doveva essere, secondo questa pista, eliminato. Il romanzo venne pubblicato nel 1992.

Altra ipotesi riconduce invece ad alcuni politici, che secondo Pasolini furono coinvolti nelle stragi identificate nella strategia della tensione (gli anni di piombo degli Anni ’70).

A fronte di questa ipotesi, le indagini sulla morte di Pasolini sono state chiuse definitivamente nel 2015, non avendo scoperto nessun fatto importante correlato a queste ipotesi.

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Franzc Dereck 2.11.20 - 13:37

Eugenio Cefis , che nella saletta VIP dell'Alitalia , urla al suo interlocutore telefonico : " Questo articolo non deve uscire ! " , davanti a me e ad una collega , forse non aveva paura che potessero venire alla luce notizie compromettenti .

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neineineinngmailcom 2.11.18 - 16:44

Quando verrà scoperto che Pasolini fu ucciso dai capi dei settori privati, petrolieri e gentaglia affine, verrà da ridere a pensare che possa essere stato un semplice disgraziato.

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