Venerdì 31 gennaio al Qube di via Portonaccio si festeggerà il trentesimo compleanno della Muccassassina, celebre serata LGBT capitolina che da sempre autofinanzia il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.
Tre decenni fa, era il 1990, la serata prese vita all’ex mattatoio, a Testaccio, e non caso il nome rimanda ad una rivolta delle mucche mandate al macello contro i propri carnefici. La festa si spostò poi al locale Grigio Notte, nel cuore di Trastevere, all’indimenticato Castello di Via di Porta Castello, ex cinema a luci rosse in zona Vaticano, al teatro Palladium di Garbatella, con Vladimir Luxuria direttrice artistica, all’Alpheus e infine al Qube, dove è ormai stabile dai primi anni del nuovo millennio.
Oggi diretta da Diego Longobardi, la mitologica Muccassassina è diventata nel tempo fenomeno sociale, in grado di avvicinare la comunità LGBT al resto della città, che non a caso ha invaso i ‘nostri’ spazi, rendendola totalmente inclusiva. In pista si può trovare chiunque e di tutto, nel corso di una serata che si è fatta ponte tra mondo gay e mondo etero. Muccassassina ha indicato la strada a tante altre celebri serate LGBT italiane, mutando nel tempo, evolvendosi, abbandonando la porno-trasgressione dei primi tempi per una più politicamente corretta rappresentazione erotica della bellezza omosessuale, oggi come oggi più “mainstream” grazie anche, se non soprattutto, a serate come questa, poco più di 30 anni fa forse inimmaginabili. Poi la realtà, fortunatamente, ha preso vita.
A seguire le parole di Sebastiano Secci, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
Ogni volta che salgo sul palco di Muccassassina per parlare come Presidente del Circolo Mario Mieli mi trovo davanti non dei semplici clienti, ma le anime della comunità Lgbt+ che considera quel folle gesto di interrompere la musica come un rito importante. Da lì lanciamo gli appuntamenti importante come il Pride, ricordiamo quanto sia importante combattere l’omolesbobitransfobia o lo stigma verso le persone in Hiv+. Diamo voce a tutte quelle realtà che hanno bisogno di uno spazio per far sentire la loro voce non importa se siano compagnie teatrali, associazioni, o movimenti. Quello che conta è il messaggio di rispetto, accoglienza e inclusione.
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mi è sempre sembrata una serata strozza gente.bevande schifose,musica orrenda, solo un ammasso di carne e tanta gente strafatta.andato solo una volta quando era in vaticano e messo una croce sopra.