E’ di pochi giorni fa la notizia di una nuova aggressione omofoba, questa volta a Torino. La vittima un ragazzo di 19 anni, che stava raggiungendo gli amici a San Salvario, nel centro della città dove spesso si ritrovano i ragazzi per passare la serata. Secondo quanto riportato dal sito Bitchyf, il 19enne stava salendo le scale della fermata metropolitana Marconi, per raggiungere i suoi amici. Proprio lì, un gruppo di ragazzi ha iniziato a deriderlo, offendendolo perché secondo loro”sculettava troppo“, come ha raccontato la vittima, che ha denunciato il fatto ai Carabinieri. Ecco il nuovo episodio di omofobia.
Le offese si sono subito tramutate in aggressione fisica, prima con una spinta alle spalle che lo ha fatto cadere, poi con calci e pugni. Alla fine, il ragazzo ha perso conoscenza ed è stato portato subito in ospedale. Diagnosi: fratture scomposte alla clavicola e al piede, oltre a diverse abrasioni e lesioni alla testa. Tutto ciò è avvenuto davanti all’indifferenza dei presenti. Infatti, mentre il ragazzo veniva pestato, nessuno è intervenuto per fermare l’aggressore, nonostante le urla dell’amica che chiedeva un aiuto.
La vittima è stata dimessa con una prognosi di un mese. A causa dell’aggressione omofoba, dovrà rinunciare alla vacanza che aveva organizzato con gli amici dopo l’esame di maturità. “L’importante è che io possa raccontare tutto questo, è ciò che cerco di ripetermi” ha raccontato.
“Apprendiamo con sconcerto dell’aggressione avvenuta ai danni di Marco, portata alla nostra attenzione attraverso la segnalazione del caso sulla nostra pagina Facebook” dichiara Francesca Puopolo, Presidente di Arcigay Torino. “Un gesto che si cela dietro la sicurezza del gruppo nei confronti di un’unica persona, ritenuta colpevole della sua visibilità. Dai dati allarmanti che emergono in questo periodo, come testimonia la ricerca dell’associazione GeCO, vedono un incremento di aggressioni e discriminazioni rivolte a persone LGBT. Nell’attuale momento storico-politico nazionale, che a livello istituzionale punta a legittimare la violenza contro chi è diverso, non possiamo restare a guardare. Torino si è sempre distinta per le buone prassi e le azioni di contrasto alle violenze e alle discriminazioni, per questo siamo fiduciosi che verrà fatta chiarezza sul caso e auspichiamo che le forze dell’ordine possano risalire agli aggressori. Ci uniamo inoltre all’appello della vittima nella ricerca di testimoni che possano riportare alcuni fatti del caso e ci appelliamo alla coscienza di chiunque si trovi ad assistere ad episodi di violenza: non si può restare in disparte, in silenzio. Se si resta a guardare, si è complici. Di fronte a questo caso non vogliamo rimanere con le mani in mano” . “In accordo con la Circoscrizione 8 organizzeremo un presidio davanti, e in collaborazione con, la Casa del Quartiere di San Salvario nel pomeriggio di domenica 29 luglio. A Marco, con cui siamo in contatto, è stato offerto il nostro supporto di ascolto e legale e la nostra vicinanza”.
Le ultime aggressioni omofobe in Italia
Questo luglio è quasi giunto al termine. E si concluderà con 3 epidosi di omofobia. Il primo è avvenuto a Roma, quando un ragazzo omosessuale ha trovato nello scontrino la dicitura “No pecorino, Si frocio“. Pochi giorni dopo, a Torino il presidente nazionale dell’associazione Diritti e Libertà per l’Italia Davide Betti Balducci è stato bersaglio di un attacco omofobo con delle uova, lanciate dalla strada direttamente nella cucina della sua abitazione. Infine, quella di 24 ore fa, vittima un ragazzo di soli 19 anni, perché “troppo frocio“.
Secondo il rapporto dell’associazione GeCo (Genitori e Figli Contro l’Omotransfobia), sono 39 in tutto le aggressioni omofobe registrate in Italia negli ultimi 50 giorni (tra aggressioni fisiche e verbali e discriminazioni). Di queste, 19 sono avvenute nell’ultimo mese.
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