Sembra che l’intera Bibbia condanni l’omosessualità, che un omosessuale vada direttamente all’inferno e chi ha rapporti con persone dello stesso sesso stia facendo peccato. In realtà, gli omofobi che vanno a messa tutte le domeniche non conoscono assolutamente le Scritture. Ecco alcune delle tante informazioni scovate all’interno del Vecchio e Nuovo Testamento. Che la religione condanni l’omosessualità, fidatevi, non è assolutamente vero.
Religione ebraica e omosessualità
Nel Levitico, si parla di rapporti omosessuali. E proprio qui è inteso come abominio. In realtà, il Levitico è considerato un manuale di rituali per i sacerdoti di Israele. La religione ebraica era in forte contrasto con quella dei vicini Cananei. Questo popolo difatti, nel loro culto accettava la prostituzione maschile e femminile, e aveva molteplici divinità relative alla fertilità. Proprio per questo motivo, il Levitico deve essere compreso in un contesto storico e sociale dell’antico popolo ebraico. Solo loro avevano questo divieto, come quello di mangiare carne di maiale o di avere rapporti sessuali durante il ciclo.
Nel libro della Genesi, troviamo il riferimento a Sodoma e Gomorra. Secondo il testo, gli abitanti di Sodoma avrebbe circondato la casa di Lot, nipote di Abramo, e chiesto all’uomo di far uscire gli uomini che erano presenti all’interno della casa, come ospiti. Questa motivazione era data dal fatto che la folla voleva abusare proprio degli ospiti, ma secondo la traduzione significherebbe conoscerli. Il tema si fa complesso quando Lot, per evitare una simile offesa, offre alla folla di sodomiti le sue figlie vergini. Lo stupro della figlia, quindi, è considerata una colpa minore rispetto a stuprare gli ospiti. Ma le città di Sodoma e Gomorra erano abitate da peccatori di ogni tipo, ed è per questo che Dio decide di eliminarle.Oltre a questa parte, nel Libro di Samuele viene invece raccontata la storia di Davide e Gionata. Secondo alcuni teologi, si parla di un amore platonico tra i due uomini. Ma l’opinione di molti altri parla invece di un vero amore, fatto di sentimenti e anche rapporti sessuali. Altro libro che riprende una relazione lesbica è quella di Rut e Noemi. In questo caso non si parla di rapporti sessuali tra le due donne, ma sembra inequivocabile il sentimento di amore che le univa.
Quando si parla di relazioni omosessuali, nell’Antico Testamento ci si riferisce all’omosocialità e omofilia. L’omosocialità è una relazione con una persona dello stesso sesso ma di natura non romantica e non sessuale. Una forte amicizia (anche fraterna) ne è un esempio. L’omofilia invece può essere inteso come un sinonimo di omosessualità, utilizzato negli Anni ’20 per parlare dei primi movimenti pro LGBT. Viene utilizzato anche per indicare una persona che accetta l’omosessualità, quello che noi oggi intendiamo gay-friendly.
Religione e omosessualità nel Nuovo Testamento
Grazie al portale sulla fede e l’omosessualità Giornata.org, abbiamo analizzato anche i quattro Vangeli della Bibbia, cercando un riferimento all’omosessualità. Prima però, è da ricordare quanto avviene nel 1968, quando nasce la Metropolitan Community Church e le scoperte scientifiche sulla natura dell’omosessualità fa riconsiderare alcuni aspetti delle Scritture. Difatti, da qui alcuni teologi e biblici rivedono la loro posizione, scoprendo che l’omosessualità non era condannata quando si tratta di una relazione amorevole, responsabile e matura. Addentrandosi poi in una personale interpretazione, un termine fondamentale che si ritrova spesso è “chiunque”. Non c’è nessuna distinzione, perché si fa riferimento a ogni essere umano.
Passando ai quattro Vangeli, solo Paolo cita l’omosessualità. In Romani 1:24-27, l’autore vedi gli atti omosessuali come impuri, ma rivolti a cristiani ebrei e non ebrei di Roma, per i quali anche gli abusi sessuali erano considerati quasi normali. Ma è da considerare una grande differenza: i rapporti descritti da Paolo non erano una relazione omosessuale matura, responsabile e amorevole già citati. In alcuni testi nei “Corinzi e Timoteo“, Paolo parla anche di prostituzione e di pederastia, che erano gli atti omosessuali più comuni tra persone dello stesso sesso. In questi punti, molti studiosi delle Scritture spiegano che ci sono stati errori nella traduzione, e il termine omosessuale è stato inserito senza una chiara motivazione (forse per un pensiero distorto dall’omofobia).Tra gli esperti che parlano di religione e omosessualità, ci sono Robin Scroggs, un professore di teologia biblica presso il Union Theological Seminary di New York, e John McNeill, assistente professore di psicologia presso lo stesso istituto. Scroggs spiega che nel Nuovo Testamento l’omosessualità criticata è quella che si riferisce a un relazione pederastica. C’è però da sottolineare che la pederastia differisce dalla pedofilia perché la prima è una relazione tra un uomo e un minore consensuale, che non è basata solo su atti sessuali, ma c’è un legame sentimentale e d’amore. Secondo McNeill, invece, Paolo differenzia tra atti puri e impuri ma non intende costringere i pagani appena convertiti al cristianesimo a non avere rapporti sessuali, appunto perché riconducibili a vecchie istruzioni.
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