Il Libro di Rut è un testo presente nella Bibbia ebraica, collocabile nel V Secolo a. C. scritto da autori ignoti. Essendo un testo religioso, e conoscendo bene la relazione corrente tra omosessualità e religione, mai si penserebbe che nella Bibbia ci possa essere un testo riguardante la molto probabile storia tra due donne, Rut e Noemi. La Bibbia ebraica (chiamata Tanakh) è composta da 3 testi, denominato comunemente Antico Testamento della Bibbia cristiana.
Non si tratta di un’invenzione, ma di una storia raccontata e sostenuta da alcuni termini che si trovano spesso nei testi sacri, quando si parla di unioni e matrimoni. Fin dalla Genesi e dalla nascita di Adamo ed Eva, questi termini si ripetono in continuazione, fino ad arrivare ai giorni nostri, ritrovandoli anche nelle cerimonie nunziali cristiane.
La storia di Rut e Noemi nella Bibbia ebraica
Nella Bibbia esistono due libri che riportano il nome di donne: Rut e Ester. La seconda è la futura regina di Persia, che confessando al marito di essere ebrea, riuscirà a salvare il popolo dalle persecuzioni. La prima, invece, è la storia lesbica che si crea tra due donne, dopo essere rimaste sole.
Rut e Eimelech sono moglie e marito e, durante una grande carestia di Betlemme, si trasferiscono a Moab, in cerca di un nuovo lavoro e sopravvivere. Il marito, dopo poco l’arrivo alla città, si ammala e muore. Nel corso degli anni, i figli della vedova si sposano con gli stessi di Noemi, anch’essa senza marito. Dopo poco, anche i figli muoiono, lasciando le due donne sole. Per loro, si apre una crisi. Una donna senza un marito non ha una posizione sociale, viene lasciata ai margini della società, e senza un aiuto morirà. Quello che possono fare, senza appunto il marito, è tornare alla casa della famiglia, o sposarsi nuovamente.
Rut però non intende lasciare Noemi. Nel corso degli anni hanno stretto un rapporto molto intimo, diventando parenti a seguito del matrimonio dei loro figli. Il testo nella Bibbia ebraica è chiaro: “Rut si unì a Noemi“. Il termine “unire”, in ebraico, è dabaq. Questo si trova anche nel racconto di Adamo ed Eva, utilizzato per descrivere quel che sentiva Adamo per la donna. Il termine dabaq viene utilizzato anche quando si parla di un’unione tra due persone. Quando si sposano, trovano una loro casa e iniziano una nuova vita insieme. In Rut 1:14, il testo dice chiaramente e senza mezzi termini che i sentimenti di Noemi e Rut erano gli stessi che provano due sposi. Nello spiegare questo, non c’è odio e disgusto, anzi. L’unione tra le due viene benedetta.
La relazione delle due donne al centro del testo
“Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove andrai tu andrò anch’io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepolta. Il Signore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi separerà da te” (Ruth 1:16-17)
Dopo il ritorno a Betlemme, Rut e Noemi iniziano la loro vita assieme. Hanno rinunciato a tornare dalle loro famiglie e vivere in modo dignitoso, per stare insieme. Rut, in seguito, si sposerà “per convenienza” con un uomo, dal quale ebbe anche un bambino. Il marito e il matrimonio vengono volutamente solo citati dall’autore del testo, senza menzionare mai l’amore tra i due. Nel libro, al verso 4:17, il testo dice “E’ nato un figlio a Noemi“: anche questo è un ennesimo segnale. Non il figlio tra il nuovo marito e Rut, ma solo delle due donne.
Che ci siano stati rapporti sessuali tra Rut e Noemi non si sa, perché non vengono mai menzionate nel testo. Nonostante questo, però, è inevitabile che sia stato un vero amore benedetto, perché altrimenti non sarebbe mai comparso all’interno della Bibbia, testo sacro insindacabile della religione cristiana.
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