Una notizia che ha davvero dell’incredibile, per quanto ridicola.
L’Associazione Difesa dei Valori ha presentato in 12 procure italiane un esposto alla Corte dei Conti contro le pubbliche amministrazioni che in Italia hanno concesso il patrocinio al corteo del Pride. A sostenere tale follia il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e il senatore della Lega Simone Pillon. L’esposto contesta il danno erariale alle regioni Lazio, Campania, Piemonte, Toscana, Umbria e alle amministrazioni comunali di Roma, Firenze, Napoli, Catania, Cagliari, Torino, Milano, Trento, Bolzano. L’atto è stato recapitato presso le procure presenti in Campania, Lombardia, Piemonte, Umbria, Lazio, Toscana, Sicilia, Veneto, Sardegna, Liguria, Trento e Bolzano.
Secondo Donzelli si tratterebbe di “manifestazioni che promuovono la poligamia e la pratica barbara dell’utero in affitto; è surreale e indecoroso associare il nome di istituzioni a pratiche raccapriccianti vietate dalla Costituzione italiana. Sosteniamo l’iniziativa dei promotori perché crediamo che non sia pensabile sprecare risorse per iniziative contro la legge“. “Non possiamo accettare che una parte politica utilizzi le risorse pubbliche per diffondere pratiche raccapriccianti e diseducative. Chiediamo che la magistratura contabile intervenga per recuperare le risorse dai responsabili di scelte assurde”. Ad appoggiare l’esposto, ovviamente, anche gli estremisti ultra-cattolici di Generazione Famiglia, CitizenGo e del Comitato “Difendiamo i nostri figli”.
“Prendersela con le minoranze è uno degli sport preferiti di alcuni italiani. Ma evidentemente la competizione tra chi si diverte a offendere le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali si è fatta talmente accesa che per vincere la gara c’è chi è costretto a distorcere completamente la realtà, a inventare vere proprie bugie, a volte anche mal scritte”, ha replicato Arc onlus, associazione che lo scorso 7 luglio ha portato a Cagliari il Sardegna Pride insieme a Mos, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Unica Lgbt, Sardegna Queer, Gaynet e Cgil Ufficio nuovi diritti.
Un esposto che non ha di fatto senso di esistere, anche perché i patrocini ai Pride italiani sono nella stragrande maggioranza dei casi gratuiti, senza alcun tipo di esborso da parte di comuni e regioni.