Per la Farnesina si tratta di “Un importante riconoscimento per il nostro Paese, da tempo impegnato sul fronte della tutela dei diritti LGBT”, dimenticandosi però che in Italia quegli stessi diritti sono al palo.
Sui diritti LGBT l’Italia dimostra ancora una volta di predicare bene e razzolare male. Il nostro paese ha fatto il suo ingresso nel LGBTI Core Group dell’ONU, un insieme di soggetti attivi nella protezione e promozione della comunità arcobaleno.
Di fronte all’impegno dell’Italia sui diritti LGBT nelle Nazioni Unite, ci dispiace ricordare al ministero che è lo stesso Paese che non ha ad oggi una legge contro l’omofobia, nonostante i ripetuti episodi di cronaca più o meno grave che hanno coinvolto persone LGBT.
È lo stesso paese, l’Italia, che si è dotato solo nel 2016 e con fatica di una prima legge sulle Unioni Civili, con grave ritardo rispetto alle nazioni sorelle dell’Europa occidentale, per tacere della mutilazione sulla stepchild adoption.
Siamo dunque di fronte a un nuovo caso in cui un gruppo di lavoro dell’ONU ha al suo interno soggetti non esattamente all’avanguardia o peggio in aperto contrasto con il tema di cui dovrebbero occuparsi, come avvenuto con il Consiglio per i Diritti Umani che ha tra i suoi membri la Repubblica Democratica del Congo o il Consiglio per i Diritti delle Donne di cui fa parte l’Arabia Saudita. Insomma casi che si verificano puntualmente quando si parla di diritti, che invece dovrebbero essere al centro dell’azione diplomatica e di sviluppo dell’ONU.
Nel Core Group, guidato da Argentina e Olanda, l’Italia non è l’unico Paese povero di tutele a favore della comunità LGBT: tra questi anche Albania, Montenegro e Giappone. La speranza è che ci sia un effetto traino su questi paesi, o che infine gli si porti il conto.
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Beh in una scala 1 a 10 non abbiamo 10 ma non siamo sicuramente come la maggior parte dei Paesi nel.mondo dove l'omosessualità è reato e spesso con pene capitali o dove come in tutti i Paesi dell'est Europa non ci sono diritti per le.coppie.