Voleva scherzare con il fratellino, e aveva indossato degli abiti femminili, presi dall’armadio della madre. Il padre, di origine cinese, però, non ha gradito. Uno dei due bambini, il più piccolo, impaurito dalla reazione, ha subito indossato i suoi vestiti, riponendo quelli femminili dove li aveva trovati. Il fratellino di 11 anni, invece, ha ignorato l’uomo, continuando a girare per casa con i vestiti da donna. Per questo, il 40enne ha preso la cinghia e davanti alla moglie e al figlio, ha picchiato il primogenito, colpendolo ripetute e con violenza a cinghiate su un braccio.
E’ successo nel milanese, nel giugno dello scorso anno. Il bambino, il giorno dopo la punizione, avrebbe mostrato gli ematomi alla maestra di sostegno a scuola, la quale ha subito avvertito i servizi sociali. Questi, studiato il caso, hanno informato l’amministrazione locale e la Procura. Le indagini sono partite immediatamente, ma gli inquirenti hanno stabilito che la condizione di vita della famiglia era nei parametri, quindi considerata “normale”.
Il travestimento è un atto non socialmente accettabile in Cina
L’uomo, nato in Cina ma residente in Italia, ha spiegato che la punizione del figlio è stata necessaria in quanto il travestimento non è socialmente accettabile e considerato riprovevole in Cina. Ma questo non è bastato a giustificare la violenza, per la legge italiana. E per questo motivo, a quasi un anno di distanza, il pm Cristian Barilli l’ha inviato a processo. Dovrà rispondere di abuso di mezzi di correzione.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.