La mozione più gay-friendly nel congresso PD? Quella di Francesco Boccia. E’ uno dei dem che intende presentare la sua candidatura al Congresso del Partito Democratico, e lo fa con una mozione di 15 pagine. A pagina 8, trova spazio anche un paragrafo dedicato alla “Parità di genere nella vita pubblica”. Nel testo, dopo aver denunciato come le donne siano ancora considerate il sesso debole, sotto rappresentate “a causa di fattori culturali, economici e sociali“, Boccia dedica una parte anche all’approvazione della legge sulle unioni civili.
“Dopo l’approvazione della tanto attesa legge sulle unioni civili, non paiono più all’ordine del giorno per la politica” sottolinea Alessia Bausone, in sostegno della mozione del candidato. “La legge che riconosce per la prima volta le Famiglie Arcobaleno è un punto di partenza, non di arrivo” spiega Francesco Boccia. Ma non può negare la mancanza di una parte fondamentale del testo, ovvero la stepchild adoption. All’approvazione, il partito dell’allora maggioranza Ncd ha preteso l’eliminazione del tema adozioni per votare a favore della fiducia. Proprio per questo, crede che adesso i tempi siano maturi per procedere a una riforma totale sulle adozioni, includendo anche le famiglie omogenitoriali (Governo permettendo).
Grave colpa del Partito Democratico: la mancata legge sull’omofobia
Altra grave mancanza che Boccia segnala è la legge contro l’omofobia. “Abbiamo la colpa di non aver approvato in questi anni una legge contro la omo-transfobia a livello nazionale, mentre molte Regioni, per quanto di loro competenza, hanno introdotto delle normative specifiche. La lotta all’odio di ogni tipo, anche quello veicolato per il tramite del social e quello, ancor più grave, veicolato da rappresentanti istituzionali, legato all’orientamento sessuale e all’identità di genere delle persone deve rappresentare una reale priorità del Partito Democratico a tutti i livelli“.
E Alessia Bausone, nel comunicato, rivendica però i tentativi portati avanti dal PD negli ultimi anni. Si tratta purtroppo di due sconfitte, una nel 2009 e una nel 2011, alla Camera dei Deputati. Qui, i parlamentari più conservatori (sia di destra che di sinistra) avevano affossato la legge con l’approvazione di diverse pregiudiziali di costituzionalità, rendendo il testo inutile dal punto di vista della tutela, e bloccandolo, senza mai essere calendarizzato.