Articolo 1 Movimento democratico progressista ha chiesto alla regione Emilia – Romagna l’approvazione della legge contro l’omofobia. Il testo è presente in commissione regionale, discussa ma mai votata.
Fatti come quelli del ragazzo quattordicenne sequestrato dai genitori che dubitavano sulle sue preferenze sessuali, minacciandolo di rispedirlo in Tunisia e affidarlo a un collegio, ci fanno capire come non sia ancora finita la battaglia contro ogni tipo di discriminazione. E come ci sia il bisogno, inoltre, di ribadire come essere se stessi non debba essere motivo né di vergogna né di discriminazione.
Ravenna Today raccoglie l’appello degli esponenti del gruppo. Riprendono quanto accaduto a Ravenna qualche giorno fa, dove un ragazzo è stato segregato nella sua stanza dai genitori, per 4 giorni. Questi avevano scoperto una chat con un’amica, in cui il ragazzo 14enne affermava di provare attrazione verso i coetanei dello stesso sesso. Il comunicato di Articolo 1 conclude spiegando:
La legge permetterebbe di promuovere specifiche politiche del lavoro di formazione e riqualificazione professionale. Politiche di sensibilizzazione al tema dell’omotransfobia. L’istituzione sul territorio regionale di progetti e interventi di accoglienza anti-discriminazione e anti-violenza e la formazione del personale sanitario in quest’ambito. L’approvazione è stata richiesta anche dal consiglio comunale di Ravenna con una mozione del settembre scorso, sottoscritta anche da noi. Che sprona la Regione ad approvare la legge prima della fine della legislatura.
La legge contro l’omofobia della regione
In regione, l’ultima volta che si è parlato di omofobia è stato a metà maggio dello scorso anno. Un presidio aveva protestato davanti al palazzo della regione per richiedere l’approvazione del testo. Seguendo la strada aperta dall’Umbria (la quale ha approvato la legge regionale contro le aggressione omofobe e discriminazioni) gli attivisti vedevano come cosa fatta la discussione e la votazione di una legge simile, ma così non è stato.
La legge è ferma dal 2014, dopo le dimissioni del governatore Vasco Errani. L’accusa, da parte degli attivisti LGBT, è che una parte di consiglieri del Partito Democratico non accettino questo testo. E proprio per questo motivo l’hanno bloccata, senza procedere nemmeno alla calendarizzazione. Un po’ come successo a Roma, dove la stessa legge è ferma al Senato proprio da 5 anni.