“Per il 54% degli italiani il linguaggio inclusivo è solo una moda”, l’indagine completa

Oltre la metà degli intervistati ritiene che il linguaggio inclusivo sia fondamentale per una società migliore, ma il 70% pensa che l'integrità della lingua vada difesa dalle troppe storpiature odierne e dal politicamente corretto che ha “stancato” 3 persone su 5.

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Valore D è la prima associazione di imprese in Italia – ad oggi 350 – che dal 2009 è pioniera nell’affrontare il tema dell’equilibrio di genere e la diffusione di una cultura dell’inclusione a supporto dell’innovazione, del progresso e della crescita delle organizzazioni e del nostro Paese. Osservatorio D è invece un progetto di ricerca e di monitoraggio dell’opinione pubblica frutto della collaborazione tra Valore D e SWG.

"Per il 54% degli italiani il linguaggio inclusivo è solo una moda", l'indagine completa - Opinioni e atteggiamenti verso un linguaggio piu inclusivo - Gay.it

Un’indagine, “Opinioni e atteggiamenti verso un linguaggio più inclusivo”, realizzata su un campione rappresentativo del tessuto sociale italiano da cui si evince che le parole hanno un peso, possono includere e possono ferire, ed è per questo che vanno conosciute e usate con attenzione. Lo pensa oltre la metà (56%) del campione intervistato, in particolare nella fascia degli over 55 (62%). Ma per il 17% – e in particolare per un giovane su 4 – il linguaggio è considerato una cosa a cui si dà un po’ troppa importanza e un limite che crea fraintendimenti e non consente di esprimersi al meglio.

Ma a circa 1 italiano su 2 è capitato con una certa regolarità di sentirsi incompreso/a e sbagliato/a, fino a compromettere l’immagine di sé. Donne e giovani sono i più vulnerabili.

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Oltre la metà degli intervistati ritiene che il linguaggio inclusivo sia fondamentale per una società migliore, ma il 70% pensa che l’integrità della lingua vada difesa dalle troppe storpiature odierne e dal politicamente corretto che ha “stancato” 3 persone su 5.

Troppo spesso le parole vengono usate con troppa superficialità e leggerezza su più fronti. Una quota che oscilla tra il 30-40% degli italiani chiede più attenzione. Il triplo di quanti preferirebbero un approccio più ‘morbido’.

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L’indagine rivelainoltre che per molti esiste il rischio di un’inclusività di facciata e che all’enfasi crescente sulle parole non segue poi una reale attenzione verso le persone. Secondo il 54% la sempre maggior attenzione all’uso delle parole e ad un linguaggio inclusivo e rispettoso è soltanto una moda comunicativa più che una reale attenzione verso le persone; meno di uno su tre (31%) invece ritiene l’inclusività una nuova e autentica sensibilità rispetto al passato che è destinata a crescere.

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Social (85%), sport (81%) e politica (80%) sono gli ambiti più ‘inquinati’ da parole offensive e irrispettose. Ma per 6 italiani su 10, la mancanza di rispetto attraverso il linguaggio è diffusa anche a scuola e nei luoghi di lavoro.

Le parole che usiamo sono molto più che semplici strumenti per comunicare. Esse possiedono un potere intrinseco di rappresentare e influenzare la realtà che ci circonda, modellando il nostro modo di pensare, agire e percepire il mondo. Le parole servono a dare un nome a concetti, idee e oggetti, a categorizzare le nostre esperienze, costruire narrazioni e dare senso alla realtà che ci circonda. Ma hanno anche il potere di influenzare la realtà; le parole che scegliamo possono motivare o demotivare, ispirare o scoraggiare, unire o dividere, possono essere usate per costruire ponti di comprensione o per erigere muri di divisione. Con “Non solo parole” come associazione vorremmo contribuire a una migliore conoscenza delle parole che raccontano le diversità e l’inclusione e a una maggiore consapevolezza nel modo in cui si usano, in ogni ambito e contesto, partendo da noi, per fare un passo avanti come società”, il commento di Barbara Falcomer, Direttrice Generale Valore D.

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