È cosa nota che la Disney abbia lottato più di altre case di produzione per una rappresentazione inclusiva ed aperta delle persone LGBTQ.
Il percorso che ha compiuto la Disney è stato complicato. In passato ci furono vaghe allusioni all’amore omosessuale, che veniva rappresentato sempre in maniera velata, così come ci furono alcuni omaggi nascosti a personaggi famosi LGBTQ: questi messaggi della Disney venivano captati solo “da chi aveva orecchie per intendere”.
Ricordiamo, ad esempio la storia di Ursula de La Sirenetta, nata come omaggio a Divine, l’iconica drag che fu musa di John Waters e che morì ad un anno dall’uscita del film, nel 1988.
Tra i personaggi dei cartoni animati della Disney, che si pensa fossero LGBTQ, ci sono anche loro: Timon de “il Re Leone”, un suricato che ama “vestirsi da drag queen e fare l’hula”; il governatore Ratcliffe di “Pocahontas”, dagli atteggiamenti e dall’abbigliamento che dicono tutto; Mammolo di Biancaneve e i Sette Nani, il nano più sensibile che adora raccogliere margherite e, quando si imbarazza, diventa rosso come un peperone.
Negli ultimi anni, invece, i passi in avanti che sta facendo la multinazionale, fondata nel 1923 da Walt Disney, sono enormi. Le storie si sono evolute: non solo si ha l’introduzione di personaggi dichiaratamente LGBTQ, ma anche il modello femminile è cambiato ed il principe azzurro non è, come nei primi racconti targati Disney, sempre l’oggetto di ambizione.
In questo articolo ci soffermiamo in particolare sui film e serie televisive presenti sulla piattaforma di streaming Disney Plus che mettono al centro personaggi LGBTQ. L’obiettivo principale di questi personaggi è quello di spiegare ai bambini e alle bambine che non esiste solo l’amore eterosessuale ed un’unica classificazione di sesso e genere in due forme esclusive. Ma che c’è ben altro.
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