“Chi aderisce all’Arcigay non può fare da madrina o padrino ai sacramenti”: l’uscita del parroco Pompeo Monaco di Savoia di Lucania (provincia di Potenza) è destinata a far discutere.
Il commento è stato fatto durante un incontro in chiesa, nella giornata di sabato, in presenza di alcuni ragazzi prossimi a ricevere la cresima, dei loro genitori e della persona a cui il parroco faceva implicitamente riferimento: Antonella Giosa, vice presidente dell’associazione Arcigay Basilicata. Che non avrebbe diritto, dunque, a fare la madrina perché membro di un’organizzazione che tutela i diritti della comunità LGBT.
La vice presidente Antonella Giosa interviene al TGnorba su quanto accaduto a Savoia Di Lucania. Il parrocco durante l’incontro con ragazzi e famiglie afferma che non possono fare i padrini o le madrine coloro che sono tesserati all’Arcigay Basilicata.
Pubblicato da ArciGay Basilicata su Lunedì 16 ottobre 2017
La stessa Giosa ha ammesso di aver riflettuto a lungo sul denunciare o meno l’episodio, poi ha scelto di parlare e di prendere una posizione netta. “Voglio tutelare ragazzi e ragazze adolescenti che hanno preso per giuste e vere simili sciocchezze che il parroco ha fatto apparire come normali regole della Chiesa. Nei nostri piccoli paesi la voce del parroco è il verbo e credo che nessun genitore si sia premurato di spiegare ai figli che una tale affermazione semina solo odio”.
A distanza di giorni il parroco non ha ritrattato le sue dichiarazioni.
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Prima tutti i progressisti nella Chiesa a chiedere che il sacerdote non dovesse rispondere alla gerarchia e a spingere per le chiese locali. Ora che il Papa è dalla loro gli fa comodo che lui e magari il Vescovo dall'alto del potere medioevale gerarchico caccino il parroco tradizionalista. Una cosa è sicura a noi non credenti: i cattolici dovrebbero mettersi d'accordo tra di loro e poi dirci in cosa dobbiamo credere e qual è la verità.