12 meravigliosi progetti fotografici che rappresentano la comunità LGBTQ

La fotografia è un mezzo espressivo fondamentale per dar voce alle persone LGBTQ. In particolare, è grazie ad immagini fortemente incisive, dirompenti, a volte iconoclaste che i fotografi riescono a lanciare messaggi politici importanti e a dare visibilità a chi ne ha sempre avuta poca. Sin dagli anni ’70, fotografi come Jürgen Klauke e Hal Fischer sono riusciti a rappresentare la sessualità e l’identità di genere in un periodo in cui c’era molta censura. In Italia una fotografa in particolare usava la sua arte per rappresentare la comunità LGBTQ. Quella di Lisetta Carmi era una fotografia usata come “strumento di denuncia, che può contribuire a cambiare lo stato delle cose”. Lisetta, tra gli anni ’60 e ’70 si concentrò in particolare sul tema del travestitismo e scoprì le sofferenze e l'emarginazione subite da chi indossava abbigliamenti tipici del sesso opposto. In questo articolo vogliamo concentrarci, in particolare, sui progetti fotografici LGBTQ che, negli ultimi anni, hanno avuto grande risonanza e che sono riusciti a far conoscere determinare realtà al mondo intero, come ad esempio quelle delle “muxes” messicane fotografate dal fotografo italiano Nicola Okin Frioli. Premi su avanti per scoprire di più. Progetti fotografici LGBTQ © Alvaro Laiz Captures Transmongolian di Alvaro Laiz Captures “Transmongolian” di Alvaro Laiz, fotografo e reporter per le più note riviste fotografiche, è un progetto che vuole rappresentare la popolazione transgender della Mongolia. La vita delle persone LGBTQ in Mongolia è fortemente discriminata. Gli anni sotto il controllo del dominio sovietico (dove gli omosessuali finivano nei gulag) incidono ancora sulla società mongola attuale. Molte persone transgender sono costrette a vivere in segreto, a prostituirsi e a condurre una vita in solitudine. Ad ogni modo, nonostante la discriminazione, le persone transessuali sono da sempre considerate come dei sciamani, protette da uno status speciale, paragonabili a figure mistiche capaci di connettere il piano spirituale con il mondo reale attraverso un accesso privilegiato. Alvaro Luiz ha voluto dare voce e lustro alla popolazione transgender della Mongolia attraverso delle immagini sbalorditive. La serie di fotografie ritrae i soggetti in contesti difficili di vita quotidiana in un tono documentaristico, ma anche in abiti sontuosi ispirati alle vesti delle regine mongole aggiungendo così al progetto un tono più lirico. © Gonzalo Orquin Trialogo by Gonzalo Orquin La serie di foto del fotografo Gonzalo Orquin, intitolata “Trialogo”, rappresenta coppie LGBTQ che si baciano in un luogo religioso. Seppur questo atto non sia totalmente vietato in una chiesa, il progetto, come si poteva immaginare, ha creato molte polemiche ed una mostra delle immagini è stata legalmente minacciata dal Vaticano ed è stata costretta a chiudere perché considerata “incostituzionale”. Il “Trialogo” di Gonzalo Orquin è stato ritenuto offensivo agli occhi della chiesa cattolica, che ha affermato quanto queste foto "violassero il progresso dell'uomo, nel luogo indicato per l'espressione della fede". Tuttavia, ad eccezione della Chiesa, il progetto ha avuto grande riconoscimento: le opere sono state esposte al Leslie + Lohman Museum di New York, uno dei più importanti musei dedicati alla comunità LGBTQ. © Nicola "Okin" Frioli “Princesses in a land of machos” di Nicola Okin Frioli Mentre le persone transgender sono fortemente discriminate in tanti Paesi del mondo, il progetto fotografico “Princesses in a land of machos” di Nicola Okin Frioli, fotografo nato a Rimini e trasferito da diverso tempo in Sud America, vuole mostrare quanto, invece, le cosiddette “muxes” siano venerate in Messico. Le persone transgender sono viste come un simbolo di buona fortuna, considerate "pueblo oaxacaqueno de Juchitan", che significa "principesse in una terra di macho". Le persone transgender, così come gli omosessuali, le lesbiche e i bisessuali della città di Juchitan De Zaragoza hanno guadagnato un posto nelle attività economiche e politiche. Qui la discriminazione nei confronti delle persone LGBTQ non esiste. Come ha affermato il fotografo in un’intervista ad Huffington Post "Juchitán de Zaragoza, come il resto dell'Istmo di Tehuantepec, ha una tradizione zapoteca, che come è noto era caratterizzata da una struttura matriarcale. Si deve a questo l'accettazione del terzo genere e più in generale dell’omosessualità”. “Princesses in a land of machos” ha vinto il Pride Photo Award 2013. Instagram: Nicola Okin Frioli © Chiara Luxardo Burma Love – Chiara Luxardo In Myanmar, un Paese in cui le relazioni tra persone dello stesso sesso sono ancora illegali, Chiara Luxardo, una fotografa italiana che vive da qualche anno a Yangon, ha dato la possibilità a delle coppie LGBT di avere la foto di un tradizionale matrimonio birmano. Il suo progetto fotografico è stato esposto anche al Festival Mix Milano 2019, il festival del cinema gay lesbico e queer culture. Instagram: Chiara Luxardo. © Matthew Morocco Complicit - Matthew Morrocco "Questa fotografia funge da copertina del mio libro fotografico, Complicit, che racconta la storia delle relazioni con uomini gay anziani newyorchesi dal 2010 al 2015. Il progetto fotografico serve a ricordare che l'invecchiamento, come la sessualità, è una parte essenziale della vita e vale la pena esplorarla in tutta la sua bellissima complessità”. Queste sono le parole di Matthew Morocco, l’artista che in questa foto ha fotografato sé stesso in compagnia di un signore omosessuale. Attraverso questi incontri di tipo romantico, Matthew è stato in grado di apprendere di più in merito alla vita sessuale delle persone della terza età ed ha voluto con questo progetto fotografico mettere in discussione l'incapacità della società di vedere le persone, al di sopra di una certa età, come esseri sessuali che desiderano essere toccati, bramano l'affetto e la compagnia. Instagram Matthew Morocco: https://www.instagram.com/matthew_morrocco/?hlit © Joan Lobis Brown New Alternatives - Joan Lobis Brown Molti giovani LGBTQ americani vengono abbandonati o rifiutati dalle loro famiglie a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere. Spesso si riversano in città come New York in cerca di una comunità che li ospiti e tra le associazioni che detengono più case rifugio per giovani LGBTQ c’è la “New Alternatives for LGBT Homeless Youth”. Joan Lobis Brown ha trascorso molti mesi facendo volontariato in un istituto gestito da questa organizzazione. Qui ha ritratto molti giovani, gran parte dei quali “sono stati maltrattati, trascurati o costretti a lasciare le loro case dalle loro famiglie di origine". Attualmente Joan è ancora una volontaria presso questa associazione e spera che le sue fotografie "possano spezzare il profondo isolamento provato dai giovani che vivono in queste comunità e rivelare il tessuto comune di paura, speranza e amore che unisce tutti". © Maika Elan The Pink Choice - Maika Elan Per circa due anni, Elan ha fotografato coppie LGBT in Vietnam mostrandole nella loro quotidianità e nelle loro tipiche case durante lo svolgimento di semplici attività (il Vietnam storicamente non è mai stato aperto nei confronti delle relazioni tra persone dello stesso sesso, sebbene le cose stiano cambiando negli ultimi anni). Maika ha chiamato il progetto fotografico "Pink Choice" dal nome di un popolare sito di viaggi per gay e lesbiche. Ecco alcune parole dell’artista in merito al suo progetto: Anche se molte persone sembrano essere aperte all’omosessualità in Vietnam, questo si è rivelato falso quando ho mostrato a molte di loro fotografie di coppie LGBTQ in momenti intimi. La maggior parte di loro ha trovato le foto disgustose e inaccettabili. Questa reazione è stata una fonte di ispirazione per me. Il mio obiettivo era fare foto sugli omosessuali che incitassero sentimenti di amore romantico, che ritengo naturale e bello. Ho scelto di catturare le attività quotidiane delle coppie, che possono essere familiari a chiunque. In questo modo, spero di far interessare il pubblico e poi di entrare gradualmente in empatia con le persone omosessuali”. Nella foto che abbiamo selezionato ci sono due uomini gay: Vu Trong Hung (1943, ispettore governativo) e il suo fidanzato, Tran Van Tin (1972, assistente sociale) seduti insieme nella loro casa ad Hanoi, Vietnam, il 12 luglio 2011. Per visualizzare altre foto del progetto “Pink Choice” (difficilmente trovabili sul Web) ti rimandiamo alla sezione dedicata del sito di Maika Elan. © Guanyu Xu Temporarily Censored Home - Guanyu Xu Temporarily Censored Home è un progetto fotografico di Guanyu Xu, messo in mostra al Format Festival di Derby nel Regno Unito. L’artista pechinese, che vive a Chicago da qualche anno, ha appeso di nascosto nella casa dei genitori in Cina delle foto a tematica queer: alcune foto sono state tratte da un progetto precedente, “One land to another”, dove Guanyu ha mescolato autoscatti a ritratti di altre persone omosessuali per raccontare la condizione di un uomo asiatico gay che vive in America; altre immagini sono state tratte da riviste di moda che aveva collezionato da giovane. Queste installazioni sono poi state fotografate dall’artista e le immagini hanno avuto grande successo. Ne ha parlato anche la rivista Internazionale. Guanyu ha spiegato il significato di queste installazioni in maniera dettagliata: “Attraverso il posizionamento e la stratificazione delle immagini, mi propongo di giustapporre, contraddire lo spazio e il tempo, distruggendo la mia casa adolescenziale. Le immagini colmano il rapporto tra personale e politico nel contesto dei sistemi oppressivi della Cina e degli Stati Uniti. Anche se queste installazioni non erano permanenti (sono state rimosse prima che i genitori rientrassero a casa, ndr.), ho rivendicato la mia casa di Pechino come spazio queer di libertà e protesta temporanea”. Instagram Guanyu Xu: https://www.instagram.com/xuguanyu/?hlit © Jeff Sheng Fearless Project - Jeff Sheng Jeff Sheng è un fotografo, artista e sociologo che ha ottenuto successo grazie a “The Fearless Project”, un progetto fotografico che raffigura atlet* LGBTQ che hanno fatto coming out nelle squadre delle scuole superiori. Il progetto fotografico è stato ispirato, in particolare, dall’esperienza di Sheng come atleta in un liceo di un sobborgo piuttosto conservatore della California meridionale. Dal 2003 Sheng ha fotografato e intervistato più di 160 persone per la serie e ha parlato in molti college di omofobia nello sport, in particolare nell’atletica leggera. Sheng ha anche creato una serie di fotografie “Don't Ask, Don't Tell”, scattata tra il 2009 e il 2011 e che ritrae più di 80 membri del servizio chiusi colpiti dalla politica del governo nota con lo stesso nome. © Alix Smith States of Union - Alix Smith Alix Smith dal 2009 al 2015 ha fotografo famiglie LGBTQ in uno stile influenzato dai ritratti storici, usati in passato per celebrare famiglie importanti, patriarchi e matriarche di famiglia. Le persone eterosessuali hanno da sempre avuto questa eredità storica illustrata, che non è mai esistita per noi. Alix ha così deciso di farlo in un contesto contemporaneo attraverso questo progetto fotografico. Instagram Alix Smith: https://www.instagram.com/p/4anOUHQHbL/ © Rachelle Lee Smith Speaking Out: Queer Youth In Focus - Rachelle Lee Smith Speaking OUT: Queer Youth in Focus è un progetto fotografico, venduto anche in formato libro, che ritrae più di 65 ragazz* LGBTQ, di un’età compresa tra I 14 ed I 24 anni, eliminando l’influenza ambientale con uno sfondo bianco. Questo sfondo funge da tela dove sono scritti a mano i pensieri personali di ogni soggetto. Questo progetto vuole dare voce ad un gruppo di persone, spesso fortemente discriminate, e vuole essere “una visione rara delle passioni, delle confusioni, dei pregiudizi, della soddisfazione, delle gioie e dei dolori in continua evoluzione della gioventù queer”. © Leslie Kee Out In Japan - Leslie Kee Questo progetto fotografico, diretto dal fotografo Leslie Kee (molto noto per i suoi lavori con Lady Gaga, Beyonce, Pharrell Williams ed altri volti famosi), ha richiesto più di cinque anni e una collaborazione enorme con altri fotografi per ritrarre oltre 10.000 persone nel tentativo di "catturare il vero volto della comunità LGBT giapponese" e "evidenziare la presenza di persone LGBT in un Giappone dove sono costretti a vivere in maniera piuttosto low profile ". L’obiettivo è stato quello, quindi, di incoraggiare le persone LGBTQ ad essere più audaci ed orgogliose di sé stesse, senza aver paura di fare coming out. Nel progetto sono stati forniti, inoltre, i nomi e l’occupazione di ogni soggetto fotografato: “insegnanti, medici, dipendenti pubblici, artisti. Tutti loro stanno contribuendo al miglioramento della società. Si spera che questo progetto faccia capire a più giapponesi che le persone LGBT non sono diverse dalle persone eterosessuali”, così ha affermato Leslie in un’intervista per Unlaids. Instagram: Leslie Kee.

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Le serie fotografiche che hanno scosso l’opinione pubblica e dato luce a realtà poco conosciute, come quella dal tono documentaristico e allo stesso tempo lirico che rappresenta la popolazione transgender della Mongolia.

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