Due sopravvissuti alla strage del Pulse organizzano marcia per ‘guarire’ dall’omosessualità

3 anni dopo la strage di Orlando, due sopravvissuti sostengono di non essere più gay e di voler aiutare altri omosessuali a diventare etero.

orlando pulse
2 min. di lettura

Due sopravvissuti alla terrificante strage del Pulse, avvenuta a Orlando nel 2016, hanno organizzato una “Marcia della libertà” per incoraggiare le persone ad abbracciare Gesù e a “superare” la loro omosessualità e identità transgender.

Angel Colon, 29 anni, venne colpito sei volte dal folle Omar Mateen, rimanendo praticamente paralizzato per due mesi, mentre Luis Javier Ruiz, 36 anni, fu calpestato dalla folla mentre cercava di fuggire dalla sparatoria, che causò 46 vittime. Due anni fa Colon e Ruiz – che affermano di non essere più gay – hanno fondato la Fearless Identity Inc, organizzazione che mira a insegnare messaggi biblici a “coloro che cercano di cambiare”, come riferito dalla NBC.

Sebbene entrambi non si identifichino più come omosessuali, sostengono che la loro organizzazione non va considerata come un gruppo di terapia di conversione. Colon ha dichiarato: “Stiamo cercando di equipaggiare le chiese con le risorse di cui hanno bisogno, insegnando loro a non giudicare la comunità LGBTQ. Stiamo cercando di condividere storie attraverso la Chiesa e a condividere le testimonianze di persone che sono uscite dallo stile di vita omosessuale”.

Colon e Ruiz hanno organizzato una marcia per il prossimo 14 settembre, proprio a poche centinaia di metri da dove si trova ancora l’ex discoteca Pulse. Chrsistopher Cuevas, direttore esecutivo di un gruppo di sostegno LGBTQ Latino con sede a Orlando (QLatinx), ha sottolineato come questa marcia sia un “tentativo di spedire la comunità in un bosco di odio e fanatismo. Mentre onoriamo la libertà per le espressioni di fede e manteniamo la bellezza della religiosità nella nostra comunità, non possiamo perdonare il grave abuso dei testi religiosi  e della fede per sfruttare le persone LGBTQ +, sostenendo le terapie di conversione. Le espressioni delle nostre identità queer e transgender sono l’incarnazione della divinità e della grazia, perché stiamo vivendo la nostra verità più radicale, celebrando e centrando la nostra identità LGBTQ.”

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Franzc Dereck 22.8.19 - 12:29

E' comprensibile che , dopo un trauma cosi' terribile la mente possa vacillare e questi individui abbiano avuto simili reazioni. Sperando sempre che non lo facciano , come tanti " religiosi d'accatto" , per unire pranzo, cena e fare belle vacanze a spese dei gonzi che abboccano.

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