E’ in carica da solo due mesi, ma ha già aiutato e supportato sedici persone transgender. Si chiama Reem Sharif, ed è la prima poliziotta trans del Pakistan. Reem Sharif è stata minacciata di morte e ha subìto molestie e insulti transfobici. Ma non si è arresa, e da ufficiale di Polizia ha deciso di essere un aiuto concreto per tutta la comunità Trans del Pakistan.
Nel suo lavoro, ha già capito come può essere un aiuto per le persone trans in pericolo.
Come riporta la Thomson Reuters Foundation, Reem Sharif solo qualche giorno fa si è recata nell’abitazione di una donna transessuale, la quale aveva chiamato la centrale di Polizia a causa dei suoi fratelli, che volevano ucciderla per il disonore che gettava sulla famiglia. L’agente Sharif, semplicemente parlando con i fratelli, ha fatto capire loro che quella che pensavano fosse un fratello, era in realtà una sorella. E che dovevano lasciar decidere a lei chi essere. Non è il solo caso, naturalmente. Ha anche impedito a una persona trans di essere cacciata di casa, convincendo gli altri coinquilini.
Questo suo lavoro è al centro di un nuovo progetto adottato dalla Polizia, che lo sta sperimentando a Rawalpindi, una città della regione Punjab, in Pakistan, che conta oltre tre milioni di abitanti. Da maggio già quaranta persone trans si sono recate nella sede del progetto, anche semplicemente per capire di cosa si trattava.
La dura vita della prima poliziotta trans del Pakistan
Reem Sharif ha dovuto sopportare molestie, insulti e discriminazioni per tutta la sua vita. Non aveva nessun amico, nemmeno in famiglia. Nessun appoggio, mentre i fratelli la consideravano un’umiliazione. Uno di loro temeva che non sarebbe riuscito a far sposare i figli a causa della sorella transgender.
Ma da disonore per la famiglia e oggetto di molestie, Sharif ha dimostrato come anche una persona trans possa occupare una posizione di comando, entrando in Polizia e diventando un’ufficiale. Questa sua scalata fino a questa posizione di tutto rispetto non è solo il raggiungimento di un obiettivo, ma un monito per far capire che anche i membri di una minoranza bistrattata possono farsi valere e combattere tutte le discriminazioni che ricevono quotidianamente, fino a quando i pregiudizi e le molestie scompariranno.
A meno che (le persone trans) non abbiano dei modelli da seguire, continueranno sulle stesse orme dei loro predecessori che sono sopravvissuti chiedendo l’elemosina, ballando o svolgendo attività sessuali. Ma quando vedranno una poliziotta transgender o un’ancora della televisione o un avvocato, capiranno di poter sognare e aspirare a raggiungere le stelle.
Il Pakistan ha già fatto molti passi in avanti nell’accettazione della comunità trans, ma l’odio nei suoi confronti è ancora troppo alto tra la popolazione.
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