Continua a far rumore il ‘caso’ della Locanda Rigatoni, nella Capitale, esploso nei giorni scorsi per uno scontrino con insulti omofobi nei confronti di due ragazzi.
Dopo aver tergiversato per 24/36 ore, la proprietaria della Locanda ha licenziato in tronco il cameriere colpevole di quel folle gesto, scatenando nella notte di ieri i militanti di estrema destra.
Due striscioni sono infatti comparsi davanti alla Locanda Rigatoni. ‘Basta Froci’, tuonava il primo, mentre il secondo era in difesa del dipendente cacciato dal locale: ‘Licenziato dalla vostra Omofollia’. Intervistato da LaStampa, uno dei due ragazzi gratuitamente insultati dal cameriere ha così ricordato quell’indimenticabile serata.
“Io e il mio fidanzato siamo andati a cena alla Locanda Rigatoni a due passi da san Giovanni. L’idea era stata mia, perché la nostra storia viveva alti e bassi dovuti soprattutto alla clandestinità”. “Doveva essere il primo passo fuori dall’anonimato”. Tutto è cambiato al momento del conto, dopo aver chiesto una Carbonara senza pecorino, con scontrino omofobo (‘no froci’) e successivo battibecco con il cameriere: “Prima ci ha riso in faccia e dopo ha detto che si trattava di un errore di battitura. La proprietaria del locale non sapeva cosa dire e ha insistito per offrirci la cena. Il cameriere invece ci ha aggredito dicendoci che gli abbiamo fatto fare una figuraccia davanti a tutta la clientela”.
Adesso dovrà semplicemente cercarsi un altro lavoro, a causa della propria ignoranza.
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La cultura dell'intimidazione contro cui dovrebbero farsi sentire le voci più autorevoli delle istituzioni.
Che facciano passare un cameriere poco professionale per un martire della "terribile Lobby Gay ", è solo strumentale e rasenta la stupidaggine. Magari fosse vero , mi iscriverei subito ad un tale potentato!