ROMA – Dopo soli 5 giorni di indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma hanno fatto luce sull’omicidio di Paolo Grossi, il musicista di 45 anni trovato cadavere con oltre 50 fendenti e con il coltello ancora conficcato in un fianco, giovedì 28 aprile, nel suo appartamento di via del Pellegrino, a Roma a due passi da Campo de Fiori.
Il presunto assassino sarebbe un sardo 57enne, originario di Sassari, da anni residente in provincia di Roma che avrebbe agito, nella mattina di sabato 23 aprile, per motivi di natura sessuale e di denaro. Decisivi per le indagini sono stati i riscontri eseguiti dai Carabinieri confrontando il DNA del presunto omicida con le tracce biologiche rilevate nell’appartamento della vittima. Nella notte, l’uomo messo davanti alle prove inconfutabili dei Carabinieri, ha confessato il delitto.
Da quanto è emerso dalle indagini, condotte dai Carabinieri del Reparto operativo di Roma guidato dal colonnello Leonardo Alestra e dal tenente colonnello Giovanni Arcangioli, Piras il 23 aprile scorso si sarebbe recato alle 7 del mattino da Paolo Grossi per chiedergli del denaro in prestito. Secondo Piras, la vittima gli avrebbe consegnato il denaro solo dopo una prestazione omosessuale.
L’uomo ha dichiarato ai militari che dopo questa richiesta sarebbe stato colto da un raptus avrebbe impugnato un coltello da cucina, accanendosi brutalmente sulla sua vittima. Per l’uomo l’accusa, per il momento, è di omicidio aggravato, mentre è al vaglio degli inquirenti l’ipotesi di premeditazione.
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