Attesissimo, temuto, e alla fine arrivato. Il primo storico pride di Sarajevo è andato in scena ieri, domenica 8 settembre, con 2000 persone che hanno sfilato per le vie della città. Mai, nella storia della Bosnia, un pride aveva preso vita.
Più di 1000 poliziotti in tenuta antisommossa hanno guardato a vista i partecipanti, con decine di giornalisti, telecamere e fotografi ad immortalare la storica giornata. “Per noi è importante aver potuto fare questa marcia. Sul palco abbiamo parlato delle discriminazioni quotidiane che subiscono le persone Lgbt. È un passo avanti: per la prima volta sperimentiamo il diritto di manifestare. In questo modo i problemi saranno più visibili e le Istituzioni saranno più attente verso i nostri bisogni“, ha sottolineato a LaRepubblica una delle organizzatrici.
Secondo un sondaggio Pew Research pubblicato nel 2017, appena il 13% degli intervistati in Bosnia-Erzegovina sostiene il matrimonio egualitario, con l’84% che si dice contrario. L’attività sessuale maschile e femminile con persone dello stesso sesso è legale dal 1998, mentre solo nel 2016 il Parlamento ha adottato un emendamento di legge per la modifica delle leggi antidiscriminazione esplicitando il divieto di discriminazione basato sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e le caratteristiche del sesso.
Poche ore prima del pride di Sarajevo, in un parco cittadino si è tenuto un corteo anti-pride, che ha radunato un centinaio di persone.
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