Solidarietà ai camionisti

Invece di litigare con preti ben poco virili, uniamoci per una volta alle battaglie degli altri. Magari di chi non sfila sui calendari ma lavora sul serio (ed è anche più attraente).

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Stanotte ho sognato di avere visto l’ennesima puntata di Porta a Porta sui gay. Come sempre c’era Buttiglione: nonostante il mio programma word lo chiami Bottiglione, ci paragonava anche stavolta ai pedofili. Come sempre, poi, c’era un prete pronto a convertirci all’eterosessualità e c’era Laura Laurenzi che deve avere buone amicizie visto che è ancora in tv a presentare il suo libro. Come sempre (o quasi) a difenderci c’era Vladimir Luxuria, cui però Sgarbi dava dell’eterosessuale, al contrario di Klaus Davi che, come sempre, non si capiva bene cosa pensasse ma attaccava caparbiamente Bottiglione (perdonate, onorevole, ma è Word che non vuole accettarla), mentre Mughini agitava furiosamente mani e occhi (sì, c’era anche lui, tanto per cambiare).

Però un salto in autostrada per i camionisti dei tir lo fareiIn sogno ho pensato: dobbiamo proprio ghettizzarci subendo per due ore un conduttore che ha monopolizzato l’informazione del primo canale di stato e che fa tutto tranne il moderatore? Dobbiamo subire questa punizione ulteriore perché tutto ciò che è gay ci deve interessare, anche le chiacchiere inutili e gli insulti gratuiti? Dobbiamo tollerare la presenza fissa di loschi figuri che pontificano su di noi, come se poi chiamassero noi in trasmissione quando si parla di santi o di miracoli? La democrazia i cattolici la intendono così: non a caso parlano dell’importanza della donna e poi, durante il conclave, tra una fumata e l’altra, permettono alle donne di passare a terra lo straccio.

Poi però – sempre in sogno, perché non potrei credere che Vespa, dopo le intercettazioni, abbia ancora il coraggio di fare puntate simili e trattarci da animali rari – ho sentito che eravamo "difesi" magnificamente da Sgarbi, il quale, quando non gli prendono le paturnie, è notoriamente in grado di mangiarsi in un sol boccone Luxuria, Davi, monsignori e Bottiglioni vari e pure le amiche degli amici. Lì ho capito che anche noi gay dovremmo "difendere" gli etero quando serve, anziché perderci in chiacchiere, in mille rivalità interne o in sterili sottigliezze ratzingeriane se andare al pride a tette al vento oppure no.

Ho capito che dobbiamo portare la nostra bandiera in altre manifestazioni: marciando con le donne contro le violenze in famiglia (da gay avremmo forse evitato le botte) o sfilando a Torino per gli operai morti. Perché i comici ci fanno notare che il paese si ferma per un morto in terra straniera ma non per migliaia di morti che non invadono nessuno e guadagnano molto meno.

Magari per i tassisti oligarchi di Roma non me la sarei sentita di scendere in piazza, nonostante si fossero accampati ai piedi del Campidoglio (e quindi di Monte Caprino, dove magari potevamo incontrarli dietro le fratte). Però un salto in autostrada per i camionisti dei tir lo farei: loro sì che conducono una vita dura, e senza di loro si blocca non una città, ma un paese intero. Alla faccia di chi pensa che la Tav cambi qualcosa.

invece di maledirli facendo le dive rimaste a secco di carburante, propongo di unirci alla loro protesta È grazie a questi stacanovisti del volante che possiamo fare benzina o trovare i profilattici al supermercato. Uomini soli al volante che dormono poco e che avrebbero bisogno di solidarietà (oltre che di compagnia). Uomini massicci che non hanno avuto ancora l’onore di mezzo calendario, al contrario di attori di mezza tacca e presunti preti che, tutti insieme, non mettono su la virilità di un solo camionista. 

Per questo, invece di maledirli facendo le dive rimaste a secco di carburante, propongo di unirci alla loro protesta e fraternizzare tra categorie apparentemente tanto diverse. Per chi sente profondamente il significato di ogni battaglia giusta non dovrebbe essere difficile. Quanto agli altri, basterà attirarli col mito del maschio ruspante. Chissà che quegli ingorghi non servano a qualcosa…

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