Studenti gay dell’University of Southern California accusano il medico di umiliazioni e test rettali inutili

Accuse pesanti per il dottor Dennis Kelly, 72 anni, nei confronti di alcuni studenti omosessuali.

studenti gay
2 min. di lettura

L’università di Los Angeles è sotto accusa per dei presunti abusi e umiliazioni da parte del dottor Dennis Kelly. Ma solo nei confronti di ex studenti gay e bisessuali. Il dotto Kelly, ora 72enne in pensione, ha negato le accuse di circa una decina di ragazzi. Ha dichiarato invece di aver agito in modo professionale. Non è però quello che dicono le vittime. Questo è il secondo scandalo per l’università, dopo quanto accaduto al ginecologo George Tyndall. Questo era accusato di aver tenuto un comportamento inappropriato durante le visite. In quell’occasione, l’USC (University of Southern California) si era accordata (lo scorso autunno) per risarcire le vittime con un totale di 215 milioni di dollari. 

Le nuove accuse verso il dottor Kelly sono diventate di dominio pubblico solo una settimana fa, e la stessa USC sta seguendo il caso con i propri avvocati. Secondo i legali delle vittime, le quali sono rimaste anonime, le accuse verso il dottore sarebbero di negligenza, umiliazioni, test rettali non necessari e abusi. Prima di contattare l’USC e presentare formalmente la denuncia, i legali hanno chiesto il parere di altri specialisti, per capire se i test eseguiti da Kelly fossero realmente indispensabili per accertare lo stato di salute delle vittime. Le conclusioni non lasciano dubbi:” la totalità delle circostanze d’esame non era nello standard di cura”. Ovvero, erano esami assolutamente non appropriati. 

Le testimonianze degli studenti gay all’USC

Le vittime sono tutti ex studenti omosessuali o bisessuali, e il comportamento del dottor Kelly cambiava proprio quando veniva a conoscenza dell’orientamento sessuale dei pazienti. Una volta saputo che avevano avuto rapporti con altri uomini, il medico universitario poneva ai pazienti delle domande imbarazzanti. Andando anche contro il principio di privacy. Difatti, se alcune domande poteva essere considerate utili per decidere quali esami eseguire, altre non erano propriamente necessarie per fini medici. Ad esempio, ha chiesto ad alcuni pazienti se hanno mai utilizzato sex toys o preservativi. Oppure la frequenza con cui guardavano video porno, o se avessero mai conosciuto persone tramite chat online.

Uno studente gay che aveva frequentato l’USC dal 2009 al 2011, ha raccontato che il dottor Kelly gli aveva detto senza mezzi termini che le sue pratiche sessuali erano ad alto rischio, e che avrebbe potuto contrarre delle malattie.  Ad un’altra vittima, avrebbe invece detto di spogliarsi ma senza però dargli una vestaglia con cui coprirsi, giustificandosi con “tanto siamo solo noi” e che avrebbe dovuto comunque esaminare il corpo interamente. Altri ancora hanno raccontato che il dottore stava seduto a fissare le vittime mentre si spogliavano. Senza lasciare la stanza, come aveva invece specificato Kelly, rispondendo alle accuse. Un ragazzo di 26 anni ha affermato che Kelly gli aveva detto di sdraiarsi sopra il lettino delle visite, e aveva sentito inserire qualcosa all’interno dell’ano per una trentina di secondi, e ha sospettato fosse un tampone per l’esame per le malattie sessuali. In molti confermano questo esame, eseguito però senza dare spiegazioni al paziente.

Le repliche del dottor Kelly

Da parte sua, Kelly ha respinto tutte le accuse, affermando di non aver mai trattato diversamente i pazienti omosessuali da quelli etero. Le domande e gli esami eseguiti erano necessari dal punto di vista professionale. Ha poi affermato di essere apertamente omosessuale. E di aver agito semplicemente per istruire gli studenti gay sui rischi che si corrono in certi di rapporti e per accertarsi che fossero in salute. 

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